Bernabei, il Gramsci dei cattolici in tv

Dalla Rassegna stampa

Ettore Bernabei, che oggi compie novant'anni, è stato il Gramsci della Dc e dei cattolici in televisione. Bernabei inventò l'egemonia nazionalpopolare della Dc tramite l'intrattenimento in tv. Era l'epoca della Dc pigliatutto, non c'era ancora la lottizzazione, il canale tv era unico e unica era l'ispirazione, il mondo era in bianco e nero. Bernabei inventò la cultura pop televisiva, mista a intrattenimento allegro e informazione rassicurante. Capì che il consenso in tv non si conquista nei tg ma nell'evasione e non con i politici in video ma spargendo ottimismo con i cantanti, il varietà e gli attori. Bei programmi di educazione popolare, gran teatro, film «sani», quiz pedagogici. Molte scemenze c'erano anche allora, ma quella tv fece crescere il Paese, fece conoscere i classici, diffuse la lingua italiana, vinse l'analfabetismo più della scuola media unica. In tanti rimpiangono la Rai di Bernabei, in auge dal 1961 al 1974; gli perdonano il paternalismo e il moralismo, l'ispirazione fanfaniana e l'Opus dei. La tv di Bernabei fu il passaggio felpato dall'oratorio alla modernità, la nascita della parrocchia globale, dove l'osceno erano le gambe delle Kessler e la parolaccia erano i «membri» del parlamento. Impraticabile quel modello nella nostra era dell'offerta plurale, volgare e maiala; la Rai di Bernabei fu il nostro risorgimento televisivo. Oggi ricordatevi di festeggiarlo: lo dico in primis alla sua successora alla guida della Rai, Lorenza Lei.

Bernabei evoca la Rai al tempo della guerra di Troia; ma il mitico Ettore è vivo e lucido, toscaneggia ancora e produce ancora sceneggiati, anche se oggi si chiamano fiction; e soprattutto crede ancora a quel che credeva nell'antichità. Onore a lui e auguri di cuore. A proposito d'indistruttibili dell'era Bernabei, ho avuto poco tempo fa un incontro agghiacciante. Mi ha avvicinato un ministro socialista degli anni Sessanta, sparito già prima che arrivasse Craxi, che credevo morto da una vita. Che impressione. Era rimasto intatto, così come lo vedevo da bambino nei tg dell'era Bernabei: non aveva colore, si conservava ancora in bianco e nero. La tv di Bernabei conserva in vitro.

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