Berlusconi va all'attacco: "A Trani violano la legge"

Rivendica quello che ha detto al telefono. Dice che ha fatto bene, anzi di più: definisce «doverose» le sue posizioni, condivise da «tutte le persone per bene». Se la procura di Trani la pensa diversamente, chiarendo che il Cavaliere è ufficialmente indagato perché potrebbe aver commesso il reato di concussione, oltre a quello di violenza o minaccia a un corpo amministrativo (Agcom), poco male: «Sono innanzitutto scandalizzato perché a Trani ci sono state palesi violazioni della legge, è un'iniziativa grottesca e a fini puramente mediatici».
Berlusconi dunque conferma: non è preoccupato, anzi. La vulgata nel suo staff è che gli hanno fatto un favore elettorale, conferma anche questo. Perché tranquillo? «Perché c'è un diritto del presidente del Consiglio di parlare al telefono con chiunque senza essere intercettato anche surrettiziamente come, invece, avviene qui». Di più: «Sono sempre intervenuto a destra e a manca per sollecitare che non si facessero i processi in tv a persone che sono già sotto processo davanti ai giudici, con accuse forti e precise senza dare agli accusati possibilità di difesa».
Ieri il presidente del Consiglio è rimasto ad Arcore, rientrerà oggi a Roma. Dice quello che pensa dell'inchiesta di Trani, in modo articolato, in un'intervista al Gri. Ma parla un po' di tutto, delle elezioni in Francia («in Italia l'astensionismo non sarà a quei livelli», della scelta di manifestare in piazza da parte del Pdl, della manifestazione della sinistra, sabato scorso, un fatto che «fotografa un clima avvelenato che va avanti da mesi, da quando la sinistra ha armato le procure contro di noi, usando le intercettazioni e la giustizia a orologeria per la sua campagna di insulti sui suoi giornali e nelle piazze».
E se Massimo D`Alema lo accusa di essere lui la causa del clima che si respira nel Paese vuol dire che «non tiene vergogna, come dicono a Napoli, visto che sono loro ad aver avvelenato il clima». Sul voto di fine mese è fiducioso, a cominciare dal Lazio: «Se ci sarà incredibilmente negato il diritto a presentare la lista del Pdl a Roma io penso che noi vinceremo ugualmente. Sulla scheda degli elettori di Roma ci sarà comunque il nome di Renata Polverini che è la candidata di tutta la coalizione e quindi votare per lei sarà come votare per il Pdl e impartire una lezione di democrazia a questa ammucchiata della sinistra che è tenuta insieme solo dall'antiberlusconismo: un'amalgama terrificante che vede marciare a braccetto il campione del giustizialismo Di Pietro con Bersani, diventato il campione del settarismo, e con la Bonino, campione di neo-giustizialismo».
La scelta della piazza, sabato 20 marzo, è dunque per «difendere la nostra libertà e democrazia», contro «un gioco sempre più scoperto e sempre più pericoloso che vede alleati la sinistra, i suoi giornali, i magistrati politicizzati». Gli ultimi mesi sono ricostruiti così: «Si sono prima inventati una tangentopoli che non c'era e non c'è. Hanno poi provato a schizzare del fango sul miracolo
compiuto in Abruzzo, hanno cercato di estromettere le liste del Pdl in Lombardia e nel Lazio dando la colpa ai nostri-delegati». Francia e Italia, infine, sono diverse: «In Francia non ha votato un elettore su due, ma qui non credo accadrà mai: gli italiani sono gente di buon senso, sono sicuro che faranno il loro dovere e andranno a votare. I moderati sanno bene che questo clima di angoscia non lo abbiamo creato noi. Oltre ai danni del passato questa sinistra è pronta a fame altri se tornasse al governo, perché ha soprattutto un programma di tasse».
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