Berlusconi scrive a Karzai: "Chiarire la verità subito"

Dalla Rassegna stampa

Il governo italiano chiede «l’accertamento della verità dei fatti» e non si ritiene «soddisfatto delle risposte avute dalle autorità afghane».
Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha riferito ieri in Parlamento sulla vicenda dei tre operatori di Emergency, arrestati sabato scorso nell’ospedale di Lashkar Gah, ma sui punti più controversi ancora non c’è chiarezza.
Frattini ha affermato perentorio: «Voglio smentire la notizia che forze britanniche abbiano condotto un’operazione nell’ospedale», e ha detto che «una pattuglia di artificieri britannici» è arrivata sul luogo dell’arresto soltanto dopo le forze afgane «per mancanza di personale specializzato» a trattare il materiale sequestrato. Il video dell’incursione diffuso nei giorni scorsi mostra però i militari britannici mentre entrano insieme alle forze afgane e del "materiale esplosivo" - granate, pistole e proiettili - maneggiati senza problemi da personale in abiti civili.
Puntualizzazione di Emergency anche su un altro punto della relazione, nel passaggio in cui il ministro ha detto che Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pa g ani sono «in stato di salute», anche se «certamente assai provati sotto il profilo psicologico», secondo quanto ha potuto accertare l’ambasciatore italiano a Kabul, Claudio Glaentzer, che li ha incontrati domenica scorsa, quindi a 24 ore dall’arresto. Maso Notarianni, responsabile comunicazione della ong, ha ribattuto in serata che nonostante le richieste all’ambasciatore non è più stato consentito di vedere i tre italiani, e che da allora non si hanno più notizie, per cui non c’è certezza sulle condizioni dei tre detenuti. La risposta indiretta di Frattini sta nel passaggio del suo intervento in cui dice che il generale Naim, capo della National Directorate of Security, l’intelligence afgana, ha assicurato di aver dato disposizioni che ai tre venga garantito un «trattamento rispettoso dei loro diritti individuali».
«Al presidente Karzai è stata recapitata una lettera per chiedere risposte urgenti e concrete - ha riferito Frattini-. Il presidente Berlusconi ed io abbiamo fatto presente alle autorità afgane che come Paese amico l’Italia si aspetta il rispetto di tutti i diritti»; e per questo è stata proposta - e accettata da Kabul - «la creazione di un team italo-afgano per l’accertamento dei fatti.»
Per ora, dunque, l’unica cosa che l’Italia ha saputo con certezza è che i tre operatori di Emergency sono stati accusati di «detenzione di armi» e di un piano «in due fasi» che prevedeva «l’invito nell’ospedale del Governatore della provincia di Helmand, dove un attentatore avrebbe dovuto farsi esplodere».
«Mi auguro fortemente, e credo che sia interesse nazionale dell’Italia - sono le parole del ministro -che emerga l’estraneità dei nostri connazionali agli atti e alle attività che sono loro contestate». Per gli altri cinque operatori di Emergency, al momento relegati nella foresteria di Kabul senza passaporti, secondo Frattini si va verso una«positiva conclusione», mentre uno dei tre arrestati «potrebbe essere liberato, se non ci sono altri elementi di prova».
Frattini ha concluso invitando a «non politicizzare la vicenda», ma durante la sua relazione alcuni parlamentari dell’Idv hanno indossato sotto la giacca la maglietta dì Emergency. «Spero che alla fine di tutto Strada ne regali una anche a me», ha commentato Frattini.

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