Berlusconi, scontro con l'Anm. "Presidenzialismo con i gazebo"

Dalla Rassegna stampa

 Attacca i magistrati «patologia di questa democrazia violata», la Corte costituzionale «a maggioranza di sinistra», la par condicio «che se non ci fosse, Casini e Di Pietro avrebbero lo zero per cento», il leader Udc «con la sinistra, uno scandalo! Nel '93 mi giurò: non starò mai con la sinistra», Di Pietro «che non nomino perché ho buongusto ed è pericoloso e perché può armare menti fragili», la sinistra «dell'odio», naturalmente.
A cinque giorni dal voto Berlusconi torna per la seconda volta a Torino per tirare la volata al leghista Cota, capogruppo alla Camera, e annuncia il presidenzialismo «dei gazebo». Il padiglione di Lingotto Fiere è abbastanza pieno, soprattutto di anziani.
Il copione del comizio è sempre uguale, ma al solito attacco violento contro i magistrati, Berlusconi questa volta aggiunge una novità: all'inizio del discorso si scaglia contro La Stampa, il quotidiano della Fiat, bandiera della città, accusando il giornale diretto da Mario Calabresi di sostenere la candidata del centrosinistra Mercedes Bresso. «Non mi dite che vi siete accorti che La Stampa fa il tifo per la Bresso?» chiede ironicamente alla platea.
Poi l'accusa passa a un titolo in particolare: «Ma vi rendete conto che La Stampa ha titolato "La corruzione è il cancro dell`Italia". E' così che si denigra il Paese». E l'attacco gli serve per ripetere che «non c'è stata nessuna Tangentopoli», ma solo «scandali inventati dalle procure della sinistra». Per Berlusconi è una «malattia grave, una vera patologia della nostra democrazia quando esiste un partito deigiudici» che agisce con «il fine di cambiare governi eletti dal popolo». L'Anm replica all'ennesimo attacco: «E' sconcertante che in campagna elettorale venga aggredita quotidianamente un'istituzione dello Stato. Noi non siamo un partito, ma in uno Stato di diritto il nostro compito è quello di applicare la legge». Per Berlusconi questa è una patologia, perché la sovranità «non appartiene più al Parlamento ma ai giudici politicizzati» che «ricorrono alla Consulta a maggioranza di sinistra per abrogare ogni legge non gli piace».
Perché questo non accada più «nei prossimi tre anni faremo una grande riforma dell a giustizia». Al primo punto la separazione non dice se delle carriere o delle funzioni - dei pm e dei giudici.
Priorità a cui Bossi aggiunge il federalismo, liquidando invece l'ipotesi di una fusione col Pdl ventilata il giorno prima da Sandro Bondi: «Non ci credo a quelle cose lì, i partiti nascono dal basso» taglia corto il Senatur. Ma ci sono altre cose che Berlusconi vuole fare nei prossimi tre anni. Come cambiare la Costituzione e arrivare al presidenzialismo e «sarà la gente a dirci se vuole l'elezione diretta del premier o del capo dello Stato». Come? E' semplicissimo, una via di mezzo tra il referendum e l'indagine di mercato: «Sarete voi elettori interpellati attraverso i gazebo a indicare quale via prenderemo. Così come sono stati gli elettori ascegliere il nome fra Popolo della libertà e Partito della Libertà». Del resto «mi piace essere scelto dal popolo, mi piace servire il popolo».
Il riferimento al gruppo maoista del'68 chissà se è casuale? Poi la promessa di sconfiggere il cancro in tre anni, con un occhio ai due milioni di malati di tumore che sono anche elettori: «Io sono uscito vittoriosamente da quella malattia e ho grande attenzione verso la ricerca, la prevenzione e la cura». Bersani ironizza sulle promesse elettorali del Cavaliere: «Berlusconi fa il surfista da una balla all'altra, ora c'è anche quella sulla sconfitta del tumore». Quanto all'accusa di non volere il dialogo il leader Pd la rovescia: è Berlusconi che «non accetta il confronto elettorale e che zittisce la sua stessa maggioranza, come dimostrano le 28 fiducie e i 58 decreti varati». Però «se si decide a discutere un piano di investimenti anticrisi, io sono pronto ad andare anche ad Arcore per parlare con lui».
 

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