Berlusconi: scelta sofferta e dolorosa alto senso dello Stato

Dalla Rassegna stampa

Claudio Scajola ha da poco lasciato Palazzo Chigi, quando dalla presidenza del Consiglio arriva la nota ufficiale di Silvio Berlusconi: «Il ministro Scajola ha assunto una decisione sofferta e dolorosa, che conferma la sua sensibilità istituzionale e il suo alto senso dello stato, per poter dimostrare la sua totale estraneità ai fatti e fare chiarezza su quanto gli viene attribuito».
Le dimissioni sono state dunque accolte. Il premier esprime «apprezzamento», per quello che definisce «un ministro molto capace», ma questa volta non gli consiglia di restare al suo posto. Il precipitoso rientro di Scajola dalla Tunisia lunedì sera indicava che ormai la resa dei conti era prossima. Ma la decisione definitiva è arrivata solo durante la notte, alla lettura dei quotidiani, a partire da quelli più vicini al centrodestra, Libero e Il Giornale, che ormai invitavano esplicitamente il ministro a farsi da parte, recependo il malessere dell’elettorato che aveva già espresso il proprio disappunto on line sul sito del Pdl.
Berlusconi è «preoccupato». Lo dice apertamente incontrando alcuni esponenti del Ppe a Palazzo Chigi. Il timore è che il caso Scajola si allarghi. Che nuove inchieste possano coinvolgere uomini a lui vicini o ministri in carica. «Vogliono farmi cadere», si sfoga il premier con i suoi; interlocutori. L’obiettivo ora è chiudere in tempi più rapidi possibili la vicenda Scajola. Ed è un auspicio su cui si ritrova l’intera maggioranza. L’ex ministro deve averlo percepito. Tant’è che già di primo mattino, prima che le dimissioni fossero ufficializzate, il capogruppo al Senato del Pdl Maurizio Gasparri aveva per la prima volta lasciato trapelare che l’ipotesi di un’uscita dal governo di Scajola non fosse affatto da scartare: «Claudio credo debba riflettere sulla sua difesa se é meglio farla mantenendo l’incarico o meno, recuperando piena credibilità». Ed è la tesi che poi via via è diventata prevalente nella maggioranza e di cui primo portavoce è lo stesso Silvio Berlusconi: Scajola se ne va per potersi difendere. Un gesto che viene salutato da colleghi di partito e alleati con esternazioni di vicinanza e solidarietà all’ex ministro, accompagnate dalla certezza che «saprà dimostrare la sua estraneità» e da aspre critiche contro quella che Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera definisce una «sentenza mediatica». «Tornerà a ricoprire incarichi politici e di governo», assicura il coordinatore pidiellino Sandro Bondi, mentre il suo omologo nonchè ministro della Difesa Ignazio La Russa ci tiene a far sapere che «per il governo non cambierà nulla». Anche la Lega plaude. Il Carroccio ha adottato il basso profilo (Berlusconi e Bossi si sono tenuti in contatto) ma il pressing che arriva dalla base si fa sentire anche a via Bellerio. Il capogruppo al Senato della Lega, Federico Bricolo, sottolinea che quelle di Scajola sono «dimissioni volontarie» che consentono di bloccare «le inutili e dannose strumentalizzazioni politiche di questi giorni».

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