Berlusconi: "Recessione finita e adesso iniziamo a risalire"

Dalla Rassegna stampa

Mentre va in scena il drammatico scontro sulla campagna elettorale e la crisi economica galoppa, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi tenta di giocare nuovamente la carta dell'«ottimismo». Lo ha fatto ieri nel corso di una conferenza stampa al ministero del Tesoro, per la presentazione della nuova Banca del Sud: «Dobbiamo cavalcare l'ottimismo», ha esortato il premier. Sarà sufficiente? Berlusconi non ha dubbi e spiega anche la natura dei richiami alla fiducia avanzati ripetutamente in passato: «Il governo - ha rivendicato Berlusconi - quando ha cercato di diffondere ottimismo, non aveva gli occhi chiusi sulla crisi ma ha dato importanza al fattore psicologico». Stavolta tuttavia l'analisi del Cavaliere sulla situazione del paese è assai più cauta e non va oltre una tiepida speranza: «Dopo la crisi stiamo iniziando una risalita, che non è forte, non è fatta di grandi numeri, ma è una risalita», ha osservato. Dal punto di vista del premier l'Italia resiste: «Usciremo meglio di altripaesi dalla crisi perché abbiamo tenuto ferma una politica di rigore sui conti pubblici ma senza dimenticare la pace sociale, né il sostegno alle imprese».
Giudizi che, per quanto prudenti, si scontrano con gli ultimi dati dell'Ocse che descrive l'Italia come uno dei paesi più colpiti dallo tsunami finanziario e dello stesso Istat che, mercoledì, ha rivisto al ribasso la contrazione del Pil del 2009 dal -4,9 al -5,1 per cento. Anche i segnali che vengono dalla produzione industriale sono contrastanti: ad un gennaio in leggera ripresa si contrappone un febbraio assai più freddo. Nel migliore dei casi la crescita di quest'anno, sempre secondo l'Ocse, potrebbe raggiungere l'1 percento (contro l`1,4 dellaFrancia e l'1, 8 della Germania): un dato al quale comunque non crede la Confindustria che ritiene difficilmente raggiungibile la soglia del punto percentuale di incremento del Pil. «la politica si occupi dell'economia», ha chiesto la presidente degli industriali Emma Marcegaglia.
Le opposizioni dispensano ironia sulla sortita di Berlusconi: «Non basta interrogare la sfera di cristallo e dire "ce la faremo". Ci vorrebbero misure concrete», ha osservato il segretario del Pd Bersani. Per Luigi De Magistris dell'Idvl l'Italia che vede Berlusconi è un «film tridimensionale». Concordi anche le maggiori associazioni dei consumatori: «Basta con le categorie filosofiche e psicologiche: qui la situazione è grave».
Alla difficile situazione congiunturale e alle turbolenze innescate dal caso-Grecia - che sono sfociate nella stretta sui prodotti di finanza derivata che ieri ha ricevuto la benedizione di Sarkozy e della Merkel - si uniscono i nuovi paletti alla spesa pubblica che chiede la Banca centrale europea. La Bce nel "Bollettino mensile" chiede ai paesi dell'euro una correzione annua «superiore allo 0,5 per cento» del Pil previsto normalmente dal patto di stabilità e pretende che cominci «al più tardi» nel 2011. «E` della massima importanza - scrive la Bce - che ciascun paese dell'area euro definisca le strategie di uscita dalle misure di stimolo e le strategie di riequilibrio dei conti pubblici».
Francoforte, che sollecita interventi «risoluti», si rivolge soprattutto ai paesi con «altilivelli di disavanzo e debito» chiamando in causa implicitamente anche l'Italia che, come è noto, per quest'anno prevede un debito pari al 117,3 del Pil (in crescita di 2,2 punti rispetto al 2009).

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