Berlusconi ottimista: con Gianfranco niente di irrimediabile. Letta in campo

Dalla Rassegna stampa

E’ descritto come «ottimista». Anche se alterna la positività nella prospettiva di ricucire con Gianfranco Fini, con alcuni scatti di umore nei confronti degli ex-colonnelli di An. A Silvio Berlusconi non è ancora passatala rabbia contro D’Urso e Bocchino, scesi nell’arena televisiva, con l’altro mastino, Maurizio Lupi. Loro due non sono più nel Pdl, avrebbe esclamato il premier agli amici.
Ci vorrà tempo per farlo sbollire, dipende se il documento con il quale il presidente della Camera si presenterà giovedì in direzione di partito, sarà di mediazione o meno. Nel caso in cui possa esserlo, dunque abbassando i toni che hanno portato allo strappo, Berlusconi pensa a una possibile ricucitura. Ma non gli andrebbe giù, una soluzione che si prospetta: ovvero che attraverso il documento sia formalizzata la nascita di una minoranza interna al Pdl. Questo non potrebbe digerirlo. Allora si andrebbe irrimediabilmente alla spaccatura. Ma non c’è nulla di irrimediabile, avrebbe chiosato il Cavaliere parlando con lo staff. Gli ha fatto piacere che anche un ex di An, come Filippo Berselli, responsabile dell’Emilia, nonché presidente della commissione giustizia del Senato, gli abbia giurato fedeltà.
Il silenzio dei contendenti (o quasi tutti i protagonisti), almeno per un giorno, ha ragionato, depone a favore di una soluzione morbida. Il fido Gianni Letta è tornato in campo nella mediazione con la sponda dei finiani, questa è un’altra nota positiva, Insomma, i «margini» per una trattativa esistono e vanno perseguiti fino in fondo. La partita è dura, nessuno vuole arretrare, ma qualcosa il premier dovrà concederlo (è la tesi che va facendosi strada) per non rovesciare il tavolo. «Proprio adesso - si è lamentato con i suoi - che dovremo mettere mano alle riforme, la prima delle quali deve essere quella fiscale».
Se nel Pdl si valutano i sondaggi (Fini se facesse un partito avrebbe non più del 4%), si è fatto sentire Umberto Bossi il quale a «El Pais» ha detto che Berlusconi ha il progetto di diventare presidente della Repubblica. Ed è tornato a scatenare polemiche, affermando che «la Padania è una nazione» che deve «avere la sua autonomia». Intanto, Giorgio Stracquadanio sul «Predellino» scrive che «non esiste competizione conflittuale tra Pdl e Lega tale da mettere in discussione la stabilità del suo governo e la sua leadership».

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