Articolo di pubblicato su il gazzettino, il 28/03/11
Salvo ripensamenti dell'ultimo minuto Silvio Berlusconi sarà stamane in Tribunale a Milano per l'udienza Mediatrade. Processo a porte chiuse in cui il premier è imputato (appropriazione indebita) insieme ad altre undici persone tra cui suo figlio Piersilvio e l'amministratore delegato di Mediaset, Fedele Confalonieri. Per tutto il giorno ad Arcore, ma costantemente aggiornato sulla crisi in Libia, il Cavaliere ha dovuto far fronte all'emergenza immigrazione sull'isola di Lampedusa, impegnandosi con il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, ad affrontare la questione in una riunione ad hoc del Consiglio dei ministri che si terrà probabilmente mercoledì.
Quanto al processo di oggi a Milano, il Cavaliere, a chi ha avuto modo di sentirlo, si sarebbe mostrato assolutamente tranquillo perché - avrebbe spiegato ancora una volta - non ha nulla da temere. A sostenere il capo del governo fuori dal palazzo di Giustizia del capoluogo lombardo ci saranno i militanti del Pdl radunati dal coordinatore regionale del partito, Mario Mantovani. Non è escluso che il Cavaliere possa improvvisare un comizio proprio con i supporter perché, se è vero che l'udienza è dì carattere tecnico, tra poco più di una settimana prenderà il via il processo sul caso Ruby. Ed è a quell'appuntamento che Berlusconi si starebbe preparando ormai da tempo: voglio difendermi da una serie di accuse assurde, continua a ripetere ai suoi fedelissimi. Certo, avrebbe sempre osservato il premier, questo mi porterà a sottrarre «tempo prezioso» all'attività del governo ma - avrebbe insistito - voglio essere presente. Ecco perché la decisione di non ricorrere al legittimo impedimento.
Oltre all'udienza odierna la settimana per il Cavaliere si preannuncia complicata. L'emergenza immigrazione rischia di far alzare la tensione all'interno della maggioranza con la Lega Nord sul piede di guerra. Domani sarà la volta dei Responsabili in pressing per completare, dopo la nomina di Saverio Romano al ministero dell'Agricoltura, il loro ingresso nel governo.
Oggi invece alla Camera riprende tra le polemiche l'iter parlamentare delle leggi sulla «prescrizione breve» e sulla responsabilità civile delle toghe: due norme contestate su cui opposizione e maggioranza, si daranno battaglia in Aula. Bollata come «emblematica dell'ossessione giudiziaria di Silvio Berlusconi», la norma sulla prescrizione breve riduce i tempi di prescrizione per gli incensurati non ancora condannati in primo grado: da qui l'accusa di essere stata cucita su misura per il premier, nonostante la «promessa» del ministro Alfano di rinunciare alle cosiddette leggi ad personam. L'altra, introdotta tra le pieghe della legge comunitaria attraverso l'emendamento del leghista Gianluca Pini, amplia la responsabilità civile dei magistrati estendendola dalle ipotesi attuali di dolo o colpa grave ad ogni «violazione manifesta del diritto» compresa l'errata interpretazione della norma.
«Una misura pensata contro le toghe», tuona l'opposizione con l'eccezione della Radicale Rita Bernardini. Dura anche la reazione dell'Associazione Magistrati (Anmi) che affida al suo presidente, Luca Palamara, il suo commento. «Ancora una volta - dice a nome delle toghe - assistiamo a un intervento episodico, contingente, svincolato da quelle che sono reali emergenze della giustizia e dettato esclusivamente dalla volontà di intimidire i magistrati nello svolgimento della loro attività».
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