Berlusconi: meglio le donne che i gay

Dalla Rassegna stampa

Umberto Bossi che esce da Palazzo Grazioli con il pugno alzato è l’ultimo fotogramma di una giornata cominciata con un nuovo Berlusconi show. Il premier a Milano, parlando al salone del motociclo, accenna al caso Ruby. «Meglio essere appassionati di belle ragazze che gay» dice il Cavaliere, che poi torna ad attaccare stampa e magistratura, rilanciando il divieto di pubblicare le intercettazioni, pena il «fermo da 3 a 30 giorni» dei media che dovessero farlo. Berlusconi vuole riprendersi la scena e lo fa modo suo. Rivendica la capacità del governo che continua - sottolinea - a fare molti «goal».
 Un’ostentazione di sicurezza che arriva nel giorno in cui la procura di Milano sostiene che la polizia ha rispettato le procedure, in occasione del fermo della minorenne marocchina, mentre da Palermo arriva una nuova ondata di dichiarazioni che tirano in ballo il premier e altri esponenti del Pdl per presunte frequentazioni con prostitute. Un’inchiesta, quest’ultima, che preoccupa assai più di quella milanese.
 Preoccupa anche la Lega. Bossi ieri circondato dal suo stato maggiore (compreso il figlio Renzo) ha rassicurato il premier sulla fedeltà del Carroccio ma allo stesso tempo ha messo in chiaro che così non si può continuare, che bisogna rilanciare l’azione del governo a partire dai «cinque punti» su cui anche i finiani hanno votato la fiducia. Per questo hanno concordato - sul tavolo del Consiglio dei ministri arriverà presto il piano Sud e il pacchetto sicurezza. Il tam tam sulla possibile uscita dall’esecutivo dei ministri e sottosegretari di Futuro e libertà resta infatti al momento un’eventualità concreta. Il vertice tra Berlusconi e Bossi serve anche per mandare un messaggio a Fini: se vuoi rompere te ne assumerai la responsabilità di fronte agli elettori. In realtà anche il presidente della Camera sta conducendo una guerra tattica. «Se Berlusconi non è in grado di governare lo dica, noi non siamo disposti a mettere i nostri voti a disposizione della stagnazione», attaccava ieri Italo Bocchino che poco prima assieme a Pasquale Viespoli e Adolfo Urso aveva presentato il simbolo di Fli e la convention perugina che si svolgerà durante il week end e che avrà nell’intervento di Fini domenica il suo momento clou.
 È sempre lo stesso gioco del cerino. Fini prende le distanze ma «non stacca ancora la spina». E Berlusconi conta proprio su questo, sul tempo che passa. Perché in molti sono convinti che se si scavalla il 2010, se si arriva a febbraio, non ci saranno più i tempi per un governo tecnico. Ma le variabili sono troppe per avere risposte convincenti. Il Pdl è in fermento. Sulle battute di Berlusconi ci si ride meno, come dimostra anche la presa di distanza giunta da alcuni esponenti del Pdl dopo l’uscita del Cavaliere su donne e gay. Mara Carfagna, ministro delle Pari opportunità, dopo aver rivendicato l’azione del governo «frutto di un impegno costante e condiviso dell’intero esecutivo» ci ha tenuto a far sapere che «sarebbe opportuno che ciascuno di noi si astenesse dal fare battute». Oggi il Cavaliere riunirà a Palazzo Grazioli il vertice del partito in vista della direzione di domani. Si sarebbero già iscritti a parlare un centinaio di esponenti, a conferma che sono in molti ad aver qualcosa da dire, innanzitutto a Berlusconi al quale si chiede di voltare pagina anche sul fronte della gestione interna del Pdl. Lo sconforto emerso all’indomani del caso Ruby è in parte rientrato. Il premier a chi lo interpella continua a ripetere che il governo «andrà avanti per tutta la legislatura». È il suo obiettivo ora. Anche perché l’eventualità che ci possano essere numerose defaillance nella maggioranza, qualora si paventasse l’avvicinamento delle urne, è tutt’altro che remoto. Già oggi Fli potrebbe annunciare nuovi ingressi.

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