Berlusconi: «Con Grillo il Pd non va lontano e verrà da noi»

Dalla Rassegna stampa

Ancora per un po' se ne resta ad Arcore, almeno fino a domani. Ma via telefono presiede le riunioni dei big Pdl che a via dell'Umiltà studiano la strategia per il post elezione. Intorno al tavolo il segretario Angelino Alfano, Denis Verdini, Maurizio Lupi, Luigi Casero, Raffaele Fitto e Altero Matteoli. Dall'altra parte della cornetta Silvio Berlusconi.

Si sentono più volte nel corso del pomeriggio: prima durante e dopo la conferenza stampa di Pier Luigi Bersani. Il Cavaliere - raccontano - ancora sta lì a rimuginare, a borbottare per essere andato a un passo da una vittoria che - dice - con un pò più di tempo avrebbe potuto anche acciuffare. Ma ora bisogna cercare di capire come trarre massimo giovamento dal quadro confuso che le urne hanno restituito al Paese. Il presupposto è che «non si può andare a votare».

L'ex premier lo dice anche in mattinata durante la 'Telefonatà di Belpietro, nel corso di quello che per ora è il suo unico commento ufficiale al voto. Stessa dichiarazione in cui spiega che l'Italia «ha bisogno di essere governata» e che questo è il «momento di riflettere» anche insieme al Pd per cercare di fare «il meglio del Paese». L'obiettivo, neanche troppo velato è quello di lasciare il boccino nelle mani dei democratici. E tale resta anche dopo la conferenza stampa in cui Bersani sembra chiudere a un governissimo con il Pdl e lanciare un appello ai grillini.

L'esito delle considerazioni svolte dai vertici di via dell'Umiltà è riassunto in una breve conferenza stampa da Angelino Alfano: il segretario Pd - dice - è apparso «confuso» e incapace di dare indicazioni sia sul futuro del Paese che del governo«. Vuole accordarsi con i grillini? Faccia pure, poi si vedrà cosa accade. Nel Pdl stanno valutando tutti i possibili scenari partendo da un presupposto: e cioè che difficilmente Napolitano darà un incarico a Bersani sulla base del 'andiamo in Parlamento e vediamo chi ci stà. I democratici si alleano con il M5s? "E allora - viene spiegato - siamo pronti a fare opposizione, abbiamo solo da guadagnarci in termini di consenso".

I grillini non ci stanno? A quel punto il Pd, di fronte all'emergenza economica - è il ragionamento che viene svolto - potrebbe essere spinto a valutare un accordo con il Pdl. Che a quel punto detterebbe le sue condizioni. Intanto il rispetto di alcuni punti programmatici come gli impegni su cancellazione e restituzione dell'Imu. Ma soprattutto quello che eventualmente si aprirebbe dovrebbe essere un tavolo in cui discutere non soltanto della formazione del governo - che non potrebbe questa volta essere tecnico - ma anche della presidenza della Repubblica. Partita alla quale - viene spiegato - Silvio Berlusconi tiene molto al punto che alcuni big pidiellini spiegano che se al Colle ci fosse un esponente espressione del centrodestra si potrebbe anche pensare di lasciare la guida del governo al Pd. Nessuno ammette che di questo si sia già cominciato a parlare tra le diplomazie dei due partiti, ma qualche 'annusamentò ci sarebbe già stato e i pidiellini si dicono convinti che l'indebolimento di Bersani all'interno dei democratici possa rappresentare una sponda da sfruttare.

 

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