Berlusconi blindato ad Arcore In arrivo carte sulla casa di An

Dalla Rassegna stampa

Chiuso nel quartier generale di Arcore, Silvio Berlusconi ha messo a punto la strategia per contenere una nuova settimana di assalti all’arma bianca. Tornato ai consiglieri dei tempi difficili e alle abitudini domenicali in famiglia, il Cavaliere ieri era una furia per «l’arroganza di Fini che dà lezioni di morale quando dovrebbe tacere» e per la performance televisiva di Emilio Fede che «sembrava prendere le distanze» e che «poteva evitare di tirare in ballo i miei figli». La decisione. del direttore del Tg4 di intervenire al programma di Lucia Annunziata è piaciuta poco al premier che ancora non ha capito se il "prestito" a Lele Mora sia andato o meno tutto ad un’unica destinazione.
 
La preoccupazione maggiore che in queste ore assedia il Cavaliere è come contenere quella che definisce «valanga di fango» e come evitare che giornali e tv amplifichino e reiterino le dichiarazioni delle tante ragazze più o meno coinvolte nelle feste di Arcore. Per respingere gli assalti di "Ballarò" e "Annozero", che difficilmente potrebbero essere ridimensionati cambiando qualche direttore, è tornata di attualità l’idea di mettere sul primo canale e in prima serata un talk show tutto nuovo. Il ricorso al Garante della privacy, una volta che molto del materiale è già uscito, potrebbe servire invece per evitare la riproposizione - magari sceneggiata - delle conversazioni telefoniche.
 
 L’arrivo, a breve, di nuove carte e documenti da Santa Lucia che proverebbero «in maniera inequivocabile» la proprietà del cognato di Fini dell’appartamento di Montecarlo, potrebbero funzionare da argomento per contenere e ridimensionare lo scandalo-Ruby. Fini, e soprattutto il Terzo polo, è infatti il vero incubo elettorale del Cavaliere che, sondaggi alla mano, osserva l’aumento degli elettori delusi e di un sempre più ampio numero di "intervistati" che non rispondono. Il voto anticipato resta l’ultima carta per Berlusconi che ancora ieri pomeriggio si diceva convinto di poter andare avanti. «La Lega è con me!», ha ripetuto ieri il Cavaliere convinto che nemmeno un voto contrario in commissione sul federalismo potrà compromettere il rapporto con Bossi.
 
Nel Carroccio il dibattito sul rapporto da tenere con Berlusconi, ha preso nuovo vigore con la lettera di Roberto Maroni al "Corriere". Il ministro dell’Interno ha auspicato un "deponiamo le armi", ma Berlusconi è ormai in trincea e pretende che la Lega non la abbandoni anche se il federalismo dovesse rallentare per l’irrigidimento delle opposizioni. Oggi Osvaldo Napoli guiderà la delegazioni dei comuni all’incontro con il ministro Calderoli, ma il premier sa che i margini di mediazione sono ridottissimi.
 
 Nella trincea scavata in questi giorni al grido "o me o il voto", Berlusconi osserva in queste ore chi ci si è calato subito, chi per farlo ha preso carta e penna (gli ex colonnelli di An), e chi lo deve ancora fare (più di un ministro). D’altra parte il Cavaliere è convinto che, per dirla con Francesco Storace, «quando c’è la guerra le diserzioni rappresentano intelligenza con il nemico». Ovvio quindi che tutti debbano fare la loro parte «in un momento difficile». Soprattutto, sempre per Berlusconi, coloro che quotidianamente vengono indicati dalla stampa e dall’opposizione come possibili alternative per palazzo Chigi. «Restiamo compatti e ne usciamo fuori», ripete. Il voto per respingere la mozioni di sfiducia a Sandro Bondi è la prima occasione per chiamare la maggioranza a raccolta e dimostrare che «il fango» non ne ha minato la compattezza.

© 2011 Il Mattino. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK