Berlusconi: basta stragi e attenti al dopo-regime

A sentire Bossi, maestro di Realpolitik, «il rischio immigrati aiuta Berlusconi e il governo. Almeno io penso». E infatti lo spauracchio di un'ondata migratoria non solo dalla Libia ma da tutto il nord Africa tiene banco. Maroni ha riunito in un vertice i ministri di Francia, Spagna, Grecia, Cipro e Malta per fare pressing su Bruxelles e chiedere oggi al Consiglio Ue un sistema europeo di asilo più fondi speciali per affrontare l'emergenza. Anche se la Ue per ora ha fatto orecchie da mercante: «Noi sollecitiamo programmi specifici e la suddivisione degli oneri tra tutti i 27 Paesi Ue e chiediamo di avere le risorse adeguate che è necessario siano messe a carico dell'intera Europa». Il ministro dell'Interno dice che già più di 6 mila persone sono arrivate dall'inizio della crisi africana e che si stanno preparando campi di accoglienza per far fronte all'onda di 2-300 mila immigrati. L'Italia ce la farà, ma poi dovrà «essere aiutata».
Le notizie terrificanti sulle morti e sulla repressione hanno contribuito alla svolta diplomatica. Verso Gheddafi non c'è più alcuna prudenza, né potrebbe esserci ora che l'Onu vuole indagarlo anche per crimini contro l'umanità. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ieri ha usato parole molto dure. «E importante che non ci siano violenze», ha detto, «ma dobbiamo anche essere attenti a quello che accadrà dopo, quando saranno cambiati questi regimi con cui noi trattiamo e che sono per noi importanti per la fornitura di energia». E mette in guardia contro «derive che recepiscano un dogmatismo antioccidentale del fondamentalismo islamico». Ma i rischi, in questa crisi molto più che nei casi di Egitto e Tunisia, sono a 360 gradi, e le risposte difficili da dare, se non entrano in campo compattamente le grandi istituzioni internazionali, Europa in primis.
«La violenza contro il popolo libico non può in nessun modo essere giustificata», ha detto ieri il ministro degli Esteri, Frattini. In Libia «si è superato ogni limite». Non vi può essere «nessuna spiegazione, nessuna motivazione, nessuna scusa» per rendere conto di «comportamenti che in queste ore stanno offendendo i diritti basilari». Ma l'appello all'opposizione per una gestione unitaria della crisi è stato raccolto, con distinguo, solo dall'Udc. «Non c'era certo bisogno del baciamano di Berlusconi a Gheddafi: ci vuole maggiore sobrietà. Io rivendico un diverso rapporto con la Libia». «Rivendico che noi, insieme a Idv e radicali, abbiamo votato contro un trattato eccessivamente condiscendente verso il regime di Gheddafi. Mi fa piacere che il Pd ora vada in piazza ma ha votato con voi, con il Pdl, questo trattato di amicizia. Questo è un fatto». Chiude Casini: «Chiedo che maggioranza e opposizione evitino di scontrarsi su Berlusconi usando anche questa vicenda. Chi se ne importa di Berlusconi in questo caso». «Qui rischiamo di importare una catastrofe in materia di immigrazione». Il leader pd Bersani incalza il governo italiano: faccia qualcosa assieme agli altri paese, non può limitarsi «ad assistere alla strage».
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