Berlusconi accusa: io vado bene ma il partito no

Dalla Rassegna stampa

Il governo ha fatto bene. Parola di Silvio Berlusconi che da Mosca con un messaggio inviato ieri l'altro (ma letto oggi) al convegno della nuova De di Gianfranco Rotondi ammonisce, però, che «se negli ultimi due mesi la nostra parte politica ha dato, a volte, un'immagine che non ha entusiasmato, lo si deve ad alcuni errori del partito e non del governo».
Un esecutivo, a dire del premier, che «ha lavorato bene, ha raccolto il consenso degli italiani in tutte le tornate elettorali, e per questo deve andare avanti fino al termine della legislatura per completare il programma scelto dagli italiani». Insomma, Berlusconi striglia il partito, assolve l'azione dell'esecutivo e annuncia che ora «bruceremo le tappe». Dal federalismo, alla giustizia, al fisco il capo del governo annuncia una «profonda rivoluzione liberale». «A guidarci - scrive nel messaggio - sarà sempre un principio irrinunciabile: l'uomo viene prima della società e la società viene prima dello Stato».
Tesi che il premier rilancia con un «piano per la vita». «Nei prossimi mesi - assicura - concentreremo le nostre energie varando misure volte a favorire la natalità e le famiglie italiane. Il nostro obiettivo - spiega Berlusconi - è dare pieno riconoscimento al valore della sacralità della vita». Progetto per il quale il premier auspica «almeno su questo, un atteggiamento costruttivo da parte dell'opposizione. Sono convinto che in Parlamento e nella società ci siano delle forze responsabili che collaboreranno con noi». Progetti e speranze quelli del premier che non convincono Maurizio Migliavacca del Pd.
«Cercare di distinguere tra Pdl e governo - spiega il coordinatore della segretaria del Pd - è come prendere le distanze da se stessi. E' l'ultimo patetico tentativo di Berlusconi di nascondere il fallimento complessivo della sua maggioranza. Altro che rivoluzione liberale, in Italia con le destre al potere si è assistito al trionfo della rendita a scapito della capacità di impresa». Con il capo del governo si schiera Osvaldo Napoli, vice capogruppo alla Camera del Pdl, secondo il quale il premier, invece, «ha lanciato una grande sfida a tutti i moderati, dentro e fuori dal Pdl.
La riarticolazione sul territorio del partito è un segnale importante verso un'apertura vera alla società. Il Pd - sostiene Napoli - come si evince dalle parole di Migliavacca finge di non capirlo» E già, la rivoluzione. Concetto che richiama l'attenzione del finiano Adolfo Urso. «Se il Pdl - spiega il vice ministro - non va perché ha esaurito la sua spinta propulsiva, ora c'è Futuro e libertà che sarà di sprone all'intera coalizione attivando quei meccanismi di partecipazione nel territorio per rinnovare la politica e fornire un vero strumento al popolo di centrodestra. Per questo - conclude Adolfo Urso - serve un nuovo patto di coalizione con una road map per le riforme, a cominciare da quella fiscale». Battute e repliche sulle quali, poi, interviene il sottosegretario Paolo Bonaiuti che puntualizza: «Sembra che il dibattito si stia aggirando attorno a una frase contenuta nel messaggio del presidente Berlusconi all'amico Rotondi. Non si capisce, però, perché gonfiare un chiaro e semplice riferimento a un evento già noto e cioè alla separazione di alcuni componenti del Pdl».

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