Berlusconi, accordo con Putin sul nucleare. "Via alla prima centrale entro tre anni"

Dalla Rassegna stampa

Una data scelta per sfida? Fatto sta che il 26 aprile del 2010, nello stesso giorno in cui si commemora - 24 anni dopo - il disastro di Chernobyl, Silvio Berlusconi e il premier russo Vladimir Putin hanno annunciato con fierezza di aver stipulato «un accordo che segnerà una svolta per il nucleare. E’ una fonte energetica a cui nessun Paese può più rinunciare». Il memorandum d’intesa tra l’Enel e
l’omologa Inter Rao Ues prevede un po’ tutto: costruzione di nuovi impianti, cooperazione tecnologica e ricerche in comune, innovazione tecnica, efficienza energetica e distribuzione sia in Russia che nell’Europa orientale. Insieme, italiani e russi svilupperanno la nuova centrale nucleare di Kaliningrad. Non solo: l’intesa prevede la creazione in Russia di un reattore termonucleare sperimentale Ignitor, nell’ambito delle ricerche sulla fusione nucleare, che si avvalgono degli studi del professore Bruno Coppie di altri scienziati italiani e russi, «questo progetto potrà cambiare gli scenari della produzione di energia per le generazioni future e aprire una nuova frontiera dell’energia nucleare».
In questa logica, ha spiegato Berlusconi, sarà prioritario puntare sulla costruzione della prima centrale italiana, «i lavori cominceranno entro questa legislatura, ossia entro tre anni, perché così è intenzionato il ministro Scajola». Già, ma dove? «Prima di individuare il sito, occorre operare in profondità sull’opinione pubblica italiana. Eravamo all’avanguardia, poi un referendum sotto la spinta ecologista estrema ha fatto chiudere le tre centrali attive e ci ha fatto rinunciare alla quarta. Mi sono già rivolto alla televisione pubblica perché svolga un’inchiesta in Francia e la diffonda in Italia. Dobbiamo attuare una vasta opera di convincimento per far capire agli italiani che il nucleare è sicuro, pigliando esempio dai francesi. Da loro, ci si batte per ospitare le centrali, non per dire di no».
Tra nucleare, progetti economici congiunti che vede protagoniste Pirelli e Fiat, Eni (che potrebbe espandere la sua collaborazione con Gazprom in Africa, «perché lasciarla alla Cina?»), c’è pure posto per la generosa elargizione russa destinata a finanziare (con 7,2 milioni di euro) la ricostruzione all’Aquila di Palazzo Artinghelli e della chiesa di san Gregorio Magno. Putin ha mantenuto la promessa del presidente Medvedev.
Ma a giudicare dalle reazioni l’obiettivo del premier sarà duro da raggiungere. Il Pd, con Ermete Realacci, parla di «propaganda» e «mistificazione» di Berlusconi che non ingannerà un’opinione pubblica «per la maggior parte contraria all’atomo». E mentre per il leader dei Verdi Angelo Bonelli dietro gli accordi con la Francia vede «patti segreti per la costruzione di armi atomiche», l’Idv annuncia che dal primo maggio lancerà una campagna per la raccolta delle firme contro l’atomo.

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