Beppe Grillo al FT: non gradisco paragoni con il Duce

Beppe Grillo contro il Financial Times: «Sono stato paragonato a Mussolini, per me è un oltraggio». Il comico l'ha presa male, anche se dopo il bruciante giudizio di D'Alema, che aveva detto di vedere nel suo personaggio un mix del Gabibbo e di Umberto Bossi, è salito sicuramente di livello nella considerazione internazionale con l'accostamento a un vero personaggio storico come il capo del fascismo. Un parallelo azzardato, perché Grillo è invece proprio il risultato del post-ideologismo che si colloca oltre i sistemi di pensiero del Novecento. Un caos protestatario che non riesce a farsi "sistema" di pensiero e di azione in risposta alla crisi globale. Lo confermano gli stessi toni ché il leader dei 5 Stelle utilizza per difendere il suo movimento: «Lo spirito del Movimento 5 Stelle», che sarebbe accreditato del «20 per cento dei voti, a soli due anni e mezzo dalla sua costituzione», può essere riassunto, secondo Grillo, in «due parole: trasparenza e partecipazione, entrambi possibili grazie alla diffusione di Internet». Di politico, al momento, Grillo ha solo l'accusa alla partitocrazia che non suona certamente nuova essendo stata cavalcata nel dopoguerra sia dai radicali sia dai missini. La sua ascesa non è dovuta alla forza propositiva delle sue ricette (peraltro vaghe e confuse) ma al vuoto di politica determinato dalla decadenza dei partiti e dalla delega ai "tecnici". Dunque è sbagliato, più che oltraggioso, il paragone con altri leader politici.
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