Bengalesi assaliti da un gruppo italiano

«Lascia in pace mio fratello!». Il grido risuona nelle strade di Tor Pignattara. La Roma ha appena battuto l’Inter, i clacson delle auto festeggiano la vittoria giallorossa per il quartiere, popolare e multietnico, dove i figli degli immigrati parlano in romanesco e vestono hip-hop. «Hai capito? Lascialo in pace!», ripete un ragazzo, un bullo della zona. Davanti a lui, in via Pietro Rovetti, c’è il suo obiettivo, un altro giovane, un bengalese. Tenta di spiegargli che ha sbagliato persona, che con il fratello non c’entra niente. Non basta. Viene investito da una raffica di uova. Gli amici accorrono in suo aiuto, quelli dell’altro salgono su un’auto e una moto per dargli manforte. E’ l’inizio di una rissa: bengalesi da una parte, italiani dall’altra, anche se fra questi ultimi potrebbero esserci alcuni immigrati, forse proprio bengalesi, nati e cresciuti a Roma.
Volano schiaffi, botte, qualche insulto. La gente si affaccia dai balconi, chiama la polizia: all’arrivo delle volanti, restano in quattro, un ragazzo romano e tre bengalesi. Uno degli stranieri, accompagnato in ospedale, viene dimesso con 5 giorni di prognosi.
«Due di loro hanno tirato fuori una spranga e una pistola prima di scappare», raccontano gli immigrati. Dopo il raid razzista al fast-food bengalese alla Magliana (tre feriti, sei arresti e due denunce), gli assalti dei mesi scorsi ai bar ai negozi della comunità al Pigneto e al Casilino, sabato notte la tensione è tornata alta. Questa volta a Tor Pignattara. Per la polizia, intervenuta in forze, in questo caso però non c’è «alcun movente razziale o politico» dietro al parapiglia, scatenato «per futili motivi». I quattro identificati rischiano una denuncia per rissa, ma l’informativa in procura non è ancora partita. Gli investigatori aspettano di avere il quadro completo della situazione. I bengalesi sostengono di aver subito minacce e vessazioni dai bulli del quartiere. Un’altra storia di bande giovanili, proprio come alla Magliana e al Pigneto. «Erano 7-8, forse dieci», dicono. Tutti molto giovani. All’aggressione ha assistito il capogruppo municipale del Pd, Gianluca Santilli, che dice di essere intervenuto per cercare di evitare il peggio. Lui e il partito non hanno dubbi: «È stata una vergognosa e preoccupante aggressione razzista contro dei ragazzi bengalesi da parte di una decina di giovani italiani con coltelli, spranghe e una pistola. In città c’è un clima allarmante di xenofobia e intolleranza». In Campidoglio rispondono invece che si è trattato di «un atto di teppismo delinquenziale».
Anche la replica del sindaco non si fa attendere. Per Gianni Alemanno «il Pd cerca di trasformare ogni accadimento drammatico nella Capitale in merce di scambio politica ed elettorale. Aspettiamo la ricostruzione degli inquirenti per accertare le responsabilità e i moventi di questo atto di violenza e di intolleranza».
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