Bavaglio al web: monta il no al "Fava"

È una levata di scudi quello contro il "Fava", l'articolo della legge comunitaria da ieri in discussione a Montecitorio. Il provvedimento fatto approvare dal leghista Giovanni Fava sulla falsa riga del "Sopa" e del "Pipa" - le due leggi appena bloccate negli Usa da una imponente mobilitazione on line - prevede che un "contenuto illecito" che viola il diritto d'autore, possa essere eliminato dal web su richiesta dei "soggetti interessati" senza passare dalla decisione di un giudice.
L'allarme è stato lanciato la scorsa settimana dal giurista Guido Scorza e, dopo l'associazione Libertiamo, numerose forze politiche annunciano battaglia in Parlamento.
Questa mattina si terrà alla Camera dei deputati una conferenza stampa contro quello che viene soprannominato "il bavaglio al web": Articolo 21, Libertiamo, Il Futurista e Agorà Digitale presenteranno le iniziative per bloccare il provvedimento. "Mentre Oltreoceano i deputati e senatori americani hanno fatto marcia indietro su due proposte 'ammazza Internet' spacciate per norme che regolamentano il diritto d'autore, a casa nostra un deputato della Lega, Giovanni Fava, ha presentato un emendamento che rischia di stritolare il web" dicono Stefano Corradino, direttore di Articolo21 e Filippo Rossi direttore del Futurista. "Non è previsto nessun ricorso all'Autorità giudiziaria - aggiungono chi se ne frega, nessuna possibilità di verificare l'effettiva illiceità di un contenuto. Ecco perché il 'Fava' è peggiore del 'Sopa' americano, che almeno prevede l'intervento di un'autorità competente". Altolà anche da Vincenzo Vita (Pd) e Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, che parlano di "un colpo ferale alla libertà della rete anche in Italia".
Contrari anche i deputati di Futuro e libertà Flavia Periva e Benedetto Della Vedova: "Se qualcuno pensa che, per contrastare la pirateria e gli atti illeciti compiuti in Rete, si debba ridurre la libertà di espressione degli utenti, non ha capito molto di Internet, né di pirateria". Per il pd Alberto Losacco: "Bisogna bloccare a tutti costi il Sopa italiano" e si dicono dello stesso parere i colleghi democratici Silvia Velo e Sandro Gozi . Antonio Di Pietro avverte sul suo profilo Facebook: "Ancora una volta vogliono censurarci. L'emendamento leghista è un atto liberticida che va contro l'articolo 21 della Costituzione". Per il segretario dei Radicali Italiani Mario Staderini e per Luca Nicotra di Agorà Digitale “l'approvazione dell'emendamento consentirà a multinazionali e monopolisti dell'informazione e dei contenuti italiani di mettere in piedi vere e proprie polizie del web. Una Sopa italiana che avrà l'effetto di incentivare la rimozione selvaggia dei contenuti di siti profit o non-profit come Wikipedia, Youtube, Google o Facebook”.
Controemendamenti abrogativi sono stati presentati da Fli, Pd, Italia dei Valori e Radicali. Il voto dovrebbe avvenire in settimana.
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