Bavaglio ai talk-show. La Destra zittisce la Rai.

Dalla Rassegna stampa

Il mandato politico berlusconiano: non vedere sugli schermi Rai néAnnoZero, né Ballarò, è stato confermato ieri dal Cda Rai. Un voto a maggioranza, cinque sì dal centrodestra, contro il no delpresidente
Garimberti e dei tre consiglieri di opposizione. Dopo quattr`ore di discussione la palla è stata rimbalzata alla commissione di Vigilanza, con un mandato di consultazione al direttore generale Mauro Masi, Oggi il Dg sarà ascoltato dall`ufficio di presidenza a Palazzo San Macuto, ma il centrodestra già fa capire che non cambierà una virgola del regolamento sull`applicazione della par condicio, ormai bocciato dal Tar e dall`Authority per le Comunicazioni (Agcom).

LA RABBIA DEL PRESIDENTE
Una scelta che ha «amareggiato» il presidente Garimberti per la «divisione» nel consiglio e «per la mancata ripresa dei talk show», dicono nel suo entourage. Sperava che a sboccare la situazione fosse la lettera ricevuta da Corrado Calabrò, presidente dell`Agcom: alla luce della sentenza del Tar che ha sospeso il blocco dei programmi nelle tv private, la commissione Servizi e Prodotti sollecita la Rai a rivedere sulla chiusura dei talk show. Ora Garimberti attende «che la Vigilanza batta un colpo», che non arriverà. Con il rammarico del presidente Zavoli, che aveva sollecitato la ripresa dei talk: «Dalla Rai si attendeva una risposta diversa», anche perché si crea uno squilibrio tra tv private e la tv pubblica. I consiglieri di opposizione, Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten (Pd) e Rodolfo De Laurentis (Udc), hanno convocato una conferenza stampa lampo alle quattro per denunciare la «posizione di debolezza della Rai» con una «interpretazione» restrittiva del regolamento: «La Vigilanza non ha scritto da nessuna parte di sospendere i talk show», spiega Rizzo Nervo nella stanza che vide simili convocazioni tempestive con il compianto Sandro Curzi. Certo, prosegue il consigliere, «come si fa a decontestualizzare le decisioni del Cda alla luce di quanto emerso dall`inchiesta di Trani?» sulle pressioni del premier. Nelle intercettazioni ci sono il Dg Masi e del consigliere Rai Gorla, ex Mediaset.

LA STRATEGIA FINALE

Si è confermata oggi, spiega Rizzo Nervo, «non mandare in onda AnnoZero e Ballarò», cosa «che Vespa ha capito subito»; il tutto in «un gioco delle parti tra Rai e Vigilanza». A questo punto, si chiede Van Straten, «cosa succederà dopo le elezioni? Basterà un ballottaggio al Comune di Venezia o alla Provincia de l`Aquila per non far tornare in onda quei programmi?». E la Rai, rischia davvero una sanzione dall`Agcom, se qualcuno presenterà un esposto perché «è venuta meno ai doveri di servizio pubblico» cancellando l`informazione. Per non parlare delle perdite di RaiDue e RaiTre nel «periodo di garanzia» per la pubblicità. Il Cda straordinario a Viale Mazzini è iniziato alle dodici, quando sotto al Cavallo si teneva un sit-in la libertà d`informazione (il Popolo Viola, Sel e l`Idv). Garimberti confidava nel ripensamento di tutti i consiglieri. Niente da fare, la proposta di opposizione, mandare in onda i programmi «in attesa del parere della Vigilanza» non è passata. I consiglieri del Pdl e la leghista Bianchi Clerici sono rimasti spiazzati solo dalla lettera di Calabrò (che ha scritto anche alla Vigilanza); una pausa, poi il voto, con la scusa dell`avvio delle tribune elettorali; quelle autogestite andranno in onda alle 8 di mattina su RaiTre (oscurando Il Caffè di Mineo su RaiNews) e alle 14 su Raidue, mentre le conferenze stampa il martedì e il giovedì in prima serata. Santoro e Floris avrebbero spostato i loro programmi, come altre volte.
Sul caso Minzolini-Masi la discussione rimandata al Cda di domani, sul piano «deontologico e etico», più che penale. I consiglieri di opposizione hanno chiesto a Masi come intende agire: la Rai dovrebbe chiedere gli atti alla procura di Trani, come avvenne per Saccà, e avviare un`indagine interna che risponda al Cda. «Se fossi nei panni del Dg chiederei io un audit interno per chiarire...», afferma Rizzo
Nervo.

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