Battaglia di nervi, minacce e rancori. "Hai cambiato idea". "Tu fai comizi"

G.F.: «Berlusconi, te lo dico in faccia come ce lo siamo detti tante volte a quattr`occhi... E una dimostrazione di lealtà. Perché, vedi, raramente il tradimento è nella coscienza di chi si assume la responsabilità, in pubblico e in privato, di insistere su alcune questioni...».
(Seduto sulla sinistra del palco, al tavolo con i tre coordinatori del partito, Berlusconi afferra il microfono che, all`inizio, gracchia. E’ cereo.)
S.B.: «Non attribuire a me una cosa che non ho detto!». Il caos della lista nel Lazio (Fini continua il suo intervento, la platea rumoreggia nervosa)
G.F.: «Sono talmente poco prevenuto che non ho difficoltà a dire che in alcuni casi le elezioni le ha vinte personalmente Berlusconi... A partire da Roma... dove però, presidente, adesso che la campagna elettorale è finita... ma credi per davvero che la lista non sia stata presentata per un complotto di magistrati cattivi e di radicali violenti?».
S.B.: «Per un comportamento, non per un complotto...» .
L`incontro di martedì
(Sono le 14.08: il Cavaliere, da alcuni minuti, ha cominciato il`suo intervento. Appare teso. Dopo aver detto che «la Lega, sull`immigrazione, ha posizioni fotocopia a quella di An», ha visto Fini gesticolare polemico. Fini è seduto tra la sua segretaria Rita Marino e Paolo Bonaiuti).
S.B.: «Prendo atto con piacere, Gianfranco, che hai cambiato posizione...». (Fini scuote la testa)
G.F.: «Non è vero...».
S.B.: «Gianfranco, parliamoci chiaro: sono venuto da te martedì e davanti a Gianni Letta tu mi hai detto... Punto primo: "Mi sono pentito di aver collaborato a fondare il Popolo della libertà...". Punto secondo: "Voglio fare un gruppo parlamentare diverso". E io ti ho chiesto..».
(A questo punto Fini balza in piedi e inizia a urlare)
G.F.: «Ti ho chiesto della Sicilia!».
S.B.: «Ti rispondo subito: per iniziativa di Ignazio La Russa abbiamo fatto una riunione coni tre coordinatori e abbiamo deciso di soprassedere... c`era la campagna elettorale...». (Fini ride indignato).
II ruolo «super partes»
S.B.: «... E poi valeva la pena come presidente della Camera di fare da contrappunto quasi giornaliero con dichiarazioni di contenuto politico che non si convengono a uno che rappresenta un`istituzione, la quale dovrebbe essere "super partes"?... Queste cose diciamocele tra noi... facciamo le riunioni, no? Ma tu alle riunioni non hai mai voluto partecipare... anzi, per essere "super partes" non hai partecipato alla campagna elettorale e non sei voluto venire nemmeno alla manifestazione di piazza San Giovanni...». (Applauso forte, eccitato dei delegati. Fini, visibilmente scosso).
G.F.: «Ma quello era un comizio...».
S.B.: «E allora... scusami... Vuoi avere la possibilità di fare tutte queste dichiarazioni? Ti accogliamo a braccia aperte: le fai da uomo politico nel partito e non da presidente della Camera...».
G.F.: «Perché, mi cacci?».
(Berlusconi lo osserva, sprezzante, dal palco, dove ha ormai concluso il suo intervento. Ma Fini s`è alzato, e lo raggiunge sotto il tavolo della presidenza. «Che fai, eh? Mi cacci? Dai, forza, dimmelo...»).
S.B.: «Guarda che io ho già...».
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