Basta con la tiritera radicale

Dalla Rassegna stampa

 

Non so ancora se sottoscriverò l'appello per l'adozione del sistema uninominale al posto dell'odiato porcellum. Intendiamoci: sull'insostenibilità del sistema attuale c'è poco da discutere. Francamente, non se ne può più di ascoltare alcuni strenui sostenitori del sistema in vigore impegnati nella difesa di un modello che, a loro dire, avrebbe garantito la diminuzione del numero dei partiti e dunque agevolato la governabilità. Che razza di discorso: allora sarebbe bastato decidere per legge che i partiti sono tre, i bianchi, i rossi e i blu ed il problema sarebbe stato risolto in eterno.
Peccato che, così facendo, sì sarebbe privato l'elettorato di qualsiasi potere di scelta dei propri rappresentanti. Che è poi la stessa cosa che è accaduta col porcellum. A dire il vero ero lì lì per firmare. Poi però ho letto il pezzo di Davide Giacalone - che riportiamo sul sito giustiziagiusta.info e le perplessità sono aumentate. Giustamente il giornalista di Libero mette in evidenza che dire uninominale non significa poi molto: di sistemi uninominali ce n'è a bizzeffe e tanti altri se ne potrebbero scrivere. Da questo punto di vista, la tiritera dei radicali che hanno promosso il manifesto appello è stucchevole e forzata al tempo stesso.
Non si può infatti affermare, come fanno Pannella e soci, che gli italiani, col referendum, scelsero il sistema americano. Siamo onesti, gli italiani scelsero (nella migliore delle ipotesi) il maggioritario I posto del sistema vigente, fermo restando che molti degli elettori ignorava - esattamente come accade oggi - la differenza tra i vari sistemi e che in quel momento storico, non diversamente da oggi, del resto, avrebbero detto sì a qualsiasi cosa avesse potuto dare l'illusione di smontare il sistema esistente. Anziché alle formule vuote, dunque, meglio puntare ai contenuti.
La priorità, da questo punto di vista, è restituire il diritto di scelta agli italiani e, al tempo stesso, rendere governabile il Paese. Due obiettivi che, per intenderci, potrebbero essere garantiti persino da un sistema proporzionale con preferenze ed un adeguato sbarramento. Per contro, mettersi di traverso per un sistema uninominale a turno unico in cui il pallino restasse in mano alle segreterie di partito (senza primarie, per intenderci) vorrebbe dire lasciare sostanzialmente immutato lo stato delle cose. La sfida allora diventa quella di permettere ai cittadini da chi intendono essere rappresentati. Solo in quel momento, venendo a temi che interessano direttamente chi si occupa di giustizia, sarà possibile parlare di reintroduzione della sacrosanta immunità parlamentare: come atto di rispetto della volontà dell'elettorato, a patto, s'intende, d'avergli dato modo d'esprimersi..

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