Barroso avverte: «Niente razzismo e xenofobia nell'Ue»

«Tutti in Europa devono rispettare la legge, e i governi devono rispettare i diritti umani, compresi quelli delle minoranze. In Europa non c'è posto per il razzismo e la xenofobia». Non nomina mai i rom, la Francia o Nicolas Sarkozy, il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso. Ma nel giorno in cui si manifesta per le strade francesi proprio contro le espulsioni dei rom, queste sue parole insolitamente forti sembrano avere una cornice e dei destinatari ben precisi. Tanto più che vengono, pronunciate davanti al Parlamento Europeo di Strasburgo, e nel primo solenne discorso sullo stato dell'Unione, una novità assoluta per le istituzioni europee. «Su certi argomenti delicati - ha aggiunto Barroso - quando un problema sorge, dobbiamo agire tutti con responsabilità. Io lancio un forte appello perché non siano risvegliati i fantasmi del passato europeo». Cioè i fantasmi delle persecuzioni razziste che hanno seminato lutti e terrore per tanta parte del Novecento.
Il discorso è stato anche l'occasione per fare il punto sulla crisi economica, dalla quale il continente sta uscendo solo ora, «sia pure in modo difforme». Barroso, citando il rapporto sul tema elaborato nella scorsa primavera dal presidente dell'Università Bocconi Mario Monti, ha ribadito intanto la necessità di rafforzare il mercato unico, da tempo sotto assedio. E ha snocciolato qualche cruda cifra sul malessere del continente: dal 2008 a oggi, ha detto, oltre 6,3 milioni di persone hanno perso il lavoro, e «ognuna di esse dovrebbe avere la possibilità di riaverlo». Sono circa 4 milioni i posti di lavoro oggi in attesa di assegnazione, e la Commissione Europea si propone di portare dall'attuale 69% al 75% il tasso di occupazione per le età comprese trai 20 e i 64 anni, entro il 2020: nelle parole del suo presidente, «i cittadini dell'Europa si aspettano che noi agiamo per uscire dalla crisi. Dobbiamo mostrar loro che gli sforzi comuni condotti oggi porteranno a nuovi impieghi, a nuovi investimenti... E se agiamo con decisione, non avremo nulla da temere dal Ventunesimo secolo».
Ma prima ancora, bisognerà smetterla di marciare in ordine sparso: «Ho esortato i leader europei ad agire insieme se davvero vogliono che l'Europa sia un protagonista globale e possa difendere il suo interesse». Alla fin fine c'è una sola via davanti a questi 500 milioni di cittadini: «Siamo tutti nella stessa barca: la Ue non realizzerà i suoi obiettivi in Europa senza gli Stati membri, e gli Stati membri non realizzeranno i loro obiettivi nel mondo senza la Ue».
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