Barroso avverte l’India «Il caso dei marò influirà sui rapporti»

Messaggio Twitter da Bruxelles, ieri pomeriggio: «Incontro con Barroso che ha risposto positivamente e con forza alla nostra sollecitazione di rendere europea la questione Marò». Firmato: Enrico Letta. José Manuel Barroso è il presidente della Commissione Europea, parla dunque a nome di tutti i 28 Paesi della Ue. E il momento scelto non è certo casuale: oggi, a New Delhi, i due sottufficiali di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone compariranno davanti all’ennesimo giudice, in un confronto che precederà di pochi giorni l’udienza decisiva davanti alla Corte Suprema. Forse rischiano la pena di morte. Ecco perché, al fianco di Letta in conferenza stampa, Barroso scandisce: «Ogni decisione sul caso potrebbe avere un impatto sulle relazioni complessive Ue-India, e sarà valutata con attenzione». Poi: «Incoraggiamo l’India a trovare urgentemente una soluzione soddisfacente per tutti. In ogni caso la Ue si oppone alla pena di morte». Qualcuno si attendeva forse parole ancora più forti, per esempio un avvertimento preciso sui più grandi trattati commerciali Ue-India. Ma il tempo preme: «Vogliamo che la vicenda si concluda presto», ripete Letta.
E’ da due anni che il dramma continua, con Italia e India contrapposte fra polemiche ed errori da entrambe le parti. Ma è forse la prima volta che l’Europa fa un passo avanti nell’arena e parla con voce propria. «La solidarietà dei partner e delle istituzioni europee è importantissima per una soluzione positiva», ribadisce Letta. Proseguono trattative delicatissime, maratone di diplomazia dove anche una virgola o un silenzio possono contare. Sono le ore decisive: e anche per questo, ieri ai piani alti della Ue, hanno destato qualche sconcerto le parole del ministro Emma Bonino sull’«inaffidabilità dell’India». Tutti, comunque, sanno benissimo che insieme alla solidarietà ci sono altri fattori in gioco: il peso geopolitico del pianeta India, il valore dei suoi rapporti commerciali con la Ue, l’incomunicabilità fra sistemi giuridici molto diversi. E, naturalmente, la psicologia dell’uomo e dei popoli: cioè l’indignazione di chi, in Italia, considera sommaria e ingiusta l’inchiesta svolta a New Delhi sui due marò; e l’orgoglio in tumulto di chi, nella stessa New Delhi, a torto o a ragione sente chiamato in causa il proprio prestigio nazionale.
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono accusati di aver ucciso, il 15 febbraio 2012 nel Mar Arabico, due pescatori (o pirati, secondo le versioni) indiani. Mentre i due marò venivano arrestati, si teneva il vertice Ue-India sul futuro trattato di libero scambio. L’India rappresenta un mercato da un miliardo di persone. La firma del trattato sul libero scambio con Bruxelles potrebbe non essere lontanissima, ormai. Il valore del commercio con la Ue è salito da 28,6 miliardi di euro nel 2003 a 79,9 miliardi nel 2011, con investimenti europei triplicati fino ai 3 miliardi e passa. La sorte di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre dipende forse anche da questi numeri.
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