Banche: ddl di Sc,Fondazioni cedano partecipazioni in 6 anni

(ANSA) - ROMA, 18 DIC - "Fuori la politica dalle banche".
Questo il senso della proposta di legge del deputato di Scelta
Civica, Mariano Rabino, elaborata con i Radicali Italiani, che
e' stata presentata questa mattina a Montecitorio, insieme al
collega di partito e presidente della commissione Affari sociali
Pierpaolo Vargiu, all'economista Tito Boeri, al presidente della
Adam Smith Society Alessandro De Nicola e Valerio Federico dei
Radicali. La proposta prevede la dismissione da parte delle
Fondazioni delle partecipazioni nelle banche nel giro di 6 anni.
"Bisogna tornare allo spirito originario della legge Ciampi -
spiega Rabino -, attuando una completa e puntuale dismissione
della partecipazione delle fondazioni nelle societa' bancarie.
Tutto cio', va portato avanti in tempi certi, evitando cosi' che
in futuro si ripetano scandali inaccettabili come quello che ha
coinvolto Mps".
Per Federico "questo sistema ha fallito, la scelta di
proseguire nel controllare le banche ha ridotto drasticamente la
capacita' delle fondazioni di aiutare i loro territori di
riferimento".
Sulla stessa linea Boeri per il quale "questo tipo di
collegamento tra banche, fondazioni e politica e' senza dubbio
un legame che ha minato la solidita' del nostro sistema bancario:
le fondazioni sono state il cavallo di troia della politica
nelle banche e gli effetti scellerati di questa commistione sono
sotto gli occhi di tutti".
Secondo De Nicola "In Italia abbiamo aggregati di interesse
che hanno una reazione quasi automatica al cambiamento che,
oltre a fare spesso dei danni, paradossalmente non fa altro che
diminuire ancora di piu' la loro capacita' di influenza. La
conservazione, le resistenze, sono sempre autodistruttive, come
dimostra anche il caso Mps, e una proposta di legge per
sciogliere i legami tra politica e banche, non puo' che andare
nella giusta direzione".
Conservatorismo sottolineato anche nell'intervento di Vargiu,
che conclude ricordando come la proposta di legge vada "portata
avanti con determinazione per fiaccare queste resistenze. Le
fondazioni devono smettere di essere gli 'assessorati alla
cultura' arbitrari di un partito politico piuttosto che un
altro". (ANSA).
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