Bambini e politici celebrano "Il grande ebreo"

Dalla Rassegna stampa

 

Il Padre dell’ebraismo romano contemporaneo, Elio Toaff, festeggia i suoi 95 anni seduto tra i bambini delle quinte elementari della scuola ebraica che cantano un modernissimo «Halleluja». Un colpo d’occhio irripetibile, ieri sera all’Hotel Cavalieri Waldorf Astoria Collection. Un migliaio di persone si alzano in piedi ad applaudirlo. Una commozione vera, tangibile intorno a un «grande ebreo italiano», come si legge sui manifesti della fondazione che porta il suo nome.
Il presidente Giorgio Napolitano, in un messaggio, parla di una «altissima personalità dell’ebraismo italiano». Un mix di nomi illustri, tipicamente romano, per festeggiare il Rabbino capo Emerito di Roma. Molti politici: il sindaco Gianni Alemanno («Roma si inchina di fronte alla saggezza di Toaff»), i presidenti della Provincia e della Regione, Nicola Zingaretti e Renata Polverini. E poi Marco Pannella, che si inginocchia di fronte al Rabbino, Pierluigi Bersani, Piero Passino, Walter Veltroni del Pd, quindi Francesco Rutelli, il sottosegretario Francesco Giro per il governo. Molto universo cattolico: il segretario di Benedetto XVI, monsignor Georg Gaenswein, che legge un messaggio del Pontefice («il Signore ha rinfrancato l’anima sua, guidandola nel giusto cammino, anche nella valle più oscura, nell’ora della persecuzione e dello sterminio del popolo ebraico»). Il direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian, monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, e Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio.
Sul palco, a coordinare la serata, il direttore del Tg5 Clemente Mimun («Toaff è riuscito a restituire anche all’ultimo dei pessimisti la speranza, la fiducia, la fede»). Il presidente della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, insiste su una particolare pagina della vita di Toaff. Quando, nel dopoguerra, il Rabbino si impegnò moltissimo nella ricostruzione delle scuole ebraiche: «Ha investito sul futuro, sui figli, sugli ebrei che vogliono guardare al futuro. Allora come adesso vogliamo rafforzare la nostra identità non per chiuderci ma per confrontarci spiegando chi siamo e cosa vogliamo».
Toaff, stanco ma sorridente, ascolta attento. Circondato dai meravigliosi e allegrissimi bambini della scuola ebraica, tutti suoi figli spirituali.

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