Balduzzi: «Legge 40, sentenza di Strasburgo forzata» E Roccella gli rimprovera l'inattività sulle linee-guida

È ancora polemica sulla procreazione artificiale. Il ministro della Sanità Balduzzi critica il no della Corte di Strasburgo sul ricorso del governo. Guadagnandosi critiche "bipartisan": Eugenia Rocella del Pdl lo accusa di «atteggiamenti pilateschi», Filomena Gallo dell'associazione "Luca Coscioni", di «omicidio della salute democratica». «Il nostro governo ha inteso il ricorso come atto dovuto e restiamo convinti che la Corte abbia attuato una evidente forzatura processuale», dice Renato Balduzzi. Ricordando come la Corte intervenga quando, «relativamente a un certo diritto, non si ha la tutela del giudice nazionale. Nel nostro sistema ci sono state però sei, sette pronunce da parte dei giudici di merito» sulla stessa questione. Tale forzatura, avverte, «potrebbe essere applicata ad altri campi: oggi la procreazione, domani potrebbe essere il lavoro o chissà». Poi aggiunge: «La prossima legislatura sarà l'occasione per discutere» sull'opportunità di rivedere la legge 40, «con una scelta pluralistica che trovi la soluzione più vicina, o la meno lontana, dai comuni principi di fondo, quelli costituzionali, considerando anche il diritto alla vita e la tutela giuridica dell'embrione». «Balduzzi preferisce lavarsene le mani - attacca Eugenia Roccella- aprendo a una futura modifica. Le sue ultime dichiarazioni fanno capire perché il ricorso dell'Italia contro la sentenza Costa-Pavan della Corte Europea sia stato respinto, e perché il Ministro non abbia ancora varato le linee guida sulla legge 40, suo preciso compito». Per Roccella «il ministro e il governo Monti hanno tenuto lo stesso atteggiamento pilatesco e tiepido nei confronti del ricorso che ha affrontato questioni di metodo e non di merito». Per Filomena Gallo, candidata della lista radicale Amnistia giustizia e libertà, le dichiarazioni di Balduzzi rappresenterebbero invece «una chiara mancanza di rispetto delle giurisdizioni internazionali». A detta dell'esponente radicale «sarebbe stato più opportuno da parte sua accettare la decisione europea».
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