Aventino senza Radicali Pd: «Ormai sono fuori»

La notizia, come è ovvio, la dà per prima Radio radicale. Che sta dentro, e pure fuori, il Parlamento. I gruppi parlamentari di Pd, Idv e Terzo Polo hanno deciso di restare fuori (dall'aula), atteggiamento che prosegue per tutta la giornata e arriverà fino a stamane, quando i gruppi in questione non terranno le consuete dichiarazioni di voto per rispondere solo alla chiama nominale. Tutti fuori, dunque. Davanti piazza Montecitorio, Bersani dice che Berlusconi ha fatto un discorso «penoso», Di Pietro invita il premier ad andare a casa perché «hai rotto», Casini non si fa vedere, in piazza, e convoca una conferenza stampa: «Bossi e Berlusconi puntano al voto anticipato», spiega, «se qualcuno nella maggioranza vuole rompere il momento è adesso», manda a dire ai malpancisti. Tutti e tre, però, difendono la scelta dell'Aventino soft e di marcare la distanza, anche fisica, dal governo. La delegazione della pattuglia radicale (sei deputati, alla Camera, ma sui banchi più alti, quelli all'estrema sinistra, siedono in cinque: Elisabetta Zamparutti, infatti, è in missione in Ruanda) ha invece deciso di restarci, dentro l'emiciclo. Apriti cielo.
Dentro il Pd, si capisce. Rosy Bindi sta attendendo il cambio con Gianfranco Fini, che presiederà la seduta in cui Berlusconi terrà il suo discorso davanti a più della metà emiciclo sconsolatamente vuoto e solo parzialmente riempito da alcuni ministri e sottosegretari, quasi tutti leghisti, che prendono posto nei banchi dell'Idv, quando Fini stesso si accorge che i Radicali ci sono. La vicepresidente Bindi sbotta direttamente con lui: «Mi chiedo quanto ancora dovremo subire un'umiliazione del genere!». Poco, almeno a stare alle parole di Bersani: «I Radicali si sono autosospesi (la decisione la presero loro stessi oltre un anno fa, ndr), ne prendiamo atto, d'ora in poi seguiranno la loro strada». Addio, dunque, all'alleanza stipulata alle elezioni del 2008 (da Veltroni, per la cronaca). Nel frattempo, in aula, prende la parola Rita Bernardini, in sciopero della fame da 29 giorni per le carceri e l'amnistia mentre Pannella ha ripreso pure quello della sete: «Non voteremo la fiducia al governo, ma siamo presenti al dibattito per la fiducia e il rispetto che abbiamo delle istituzioni». Vivissimi applausi dai banchi del centrodestra. Quando esce dall'aula, mentre il Transatlantico e il cortile di Montecitorio sono desertificati dall'assenza di tutte le opposizioni, che hanno assistito al dibattito da casa, dalle salette dei gruppi o persino dalla strada, la Bernardini è stanca e deve pure passare all'infermeria. Sospira e fa: «Franceschini mi ha telefonato ieri sera (martedì, ndr) per annunciarmi la decisione del gruppo, io gli ho comunicato la nostra e lui ci ha detto che siamo congelati. É stato freddo, ma cortese».
Bernardini torna con la memoria agli anni Settanta e racconta: «Quando il Pci usciva dall'aula perché parlava Giorgio Almirante, i quattro deputati di allora, tra cui Pannella e Bonino, restavano dentro». Contro il consociativismo allora, e pure adesso, è il concetto. Il fatto è che i due partiti, Pd e Pr, non si parlano da un anno o forse più, «Bersani, quando parla di Ulivo e alleanze, non ci cita mai». «Non hanno coraggio di espellerci - dice la deputata radicale - ma contano sul silenzio dei media». Il cattolico Fioroni - fresco di mediazione trovata con Casini per posizionare tutti, Pd e Terzo Polo, sull'Aventino soft di ieri - spunta in Transatlantico, duetta a lungo di alleanze con l'ex rifondarolo, oggi in SeL, Franco Giordano, e i Radicali li affonda con la voce soave: «Ora sono liberi, ma anche tossici e nocivi. Loro hanno deciso di andarsene - sorride sardonico - e noi di non trattenerli...».
Morale: al prossimo direttivo del gruppo «sono fuori». Ma qui interviene la Bernardini a ricordare che «volevano già espellerci, dopo non la non partecipazione al voto di sfiducia su Romano, poi Franceschini ha passato la palla a Bersani, Bersani a Franceschini... ». Insomma, fino a ieri era il freezer, domani (forse) il definitivo congelamento. Intanto, però, il ministro Romano ha visto i Radicali per parlare di carcere, amnistia e black-out informativo e ieri la Bernardini ha visto Nitto Palma, il ministro alla Giustizia. Prima di farlo ricorda che «se si creano le condizioni per un provvedimento di amnistia e indulto, noi siamo disposti a discutere con chiunque. Anche col Pd».
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