Autobomba a Times Square sventata una strage nel centro di New York

Il volto dell’uomo «bianco e sui quarant’anni» che voleva spedire all’inferno Times Square è impresso in uno dei video che la polizia compulsa con una speranza sola: che l’attentato della notte di sabato sia davvero quel «colpo isolato» che il ministro della Homeland security Janet Napolitano si è affrettato a definire. Un Suv imbottito di esplosivo non è saltato in aria«soltanto perché il meccanismo non ha funzionato» dice la polizia. Un sito islamista ha già rivendicato l’azione: i Taliban del Pakistan avrebbero voluto vendicare l’uccisione poche settimane fa del capo di Al Qaeda Al Masri «e di altri martiri musulmani». Mail capo del New York Police Department, Raymond Kelly, dice che non ci sono prove a supporto della rivendicazione e che non si può escludere che l’autobomba «amatoriale» - definizione del sindaco di New York Michael Bloomberg - abbia la firma di quel terrorismo interno su cui pochi giorni fa aveva lanciato l’allarme l’ex presidente Bill Clinton: lo stesso odio che 15 anni fa portò Tim McVeigh a piazzare la bomba di Oklahoma City che uccise 168 persone.
L’uomo ricercato si sarebbe sfilato una camicia nera e sarebbe fuggito con la maglietta rossa che aveva addosso. C’è già una pista che porta in Pennsylvania: un turista avrebbe ripreso un sospetto. Per ora è tutto ma non è poco. La Casa Bianca conferma che le indagini di questo «episodio grave» vanno in tutte le direzioni. Barack Obama elogia chi ha aiutato a scoprire la bomba e promette: «Giustizia sarà fatta». Intanto cancella il viaggio che aveva in programma nel New Jersey mercoledì. Dal New York Post alla Cnn già si parla di "Times Scare": scare vuol dire paura e gli allarmi si moltiplicano. Sabato sera paura sul volo Chicago-Philadelphia per un «messaggio sospetto» ritrovato a bordo. Domenica paura durante la Maratona di Pittsburgh per un ordigno che fortunatamente non c’è.
«Times Square adesso è sicura», ripetono Bloomberg e Napolitano. Ma l’incubo che l’autobomba esplosa male potesse essere solo un diversivo ha terrorizzato le centinaia di poliziotti accorsi. Sul Suv ci sarebbero anche le impronte dell’attentatore e la polizia è gi à risalita all’ autofficina del Connecticut dove sarebbe stata rubata la targa di una vecchia Ford appiccicata al Pathfinder. Mistero nel mistero. Una telefonata anonima intorno alle 4 del pomeriggio aveva annunciato che ci sarebbe stata «una grande esplosione» e che l’autobomba era solo una trappola.
Sono le 6.28 di sabato sera quando una telecamera riprende un Nissan Pathfinder imboccare la 45esima strada in direzione dell’Ottava Avenue. Il Suv scuro viene parcheggiato all’incrocio con la Settima Avenue con le quattro frecce e il motore accesi. Un turista vede un uomo allontanarsi. Lance Orton, un venditore ambulante di magliette, scorge del fumo uscire dall’auto parcheggiata davanti ai teatri che si riempiono di spettatori. Lì davanti danno «Next To Fall» e «Il Re Leone». Lì vicino c’è la sede della Viacom che produce «South Park», il cartoon minacciato dagli islamisti: ha mostrato il Profeta in versione orsacchiotto e la polizia non esclude neppure questa pista.
L’ambulante chiama il poliziotto a cavallo Wayne Rhatigan: ha 47 anni e da 19 fa lo sceriffo a NewYork. Wayne sente un odore strano, chiama un paio di colleghi e comincia a far evacuare la gente: sono le 6.34. Arrivano gli artificieri. Eccolo, l’esplosivo: tre bombole di propano, tipo quelle usate per il grill, due galloni di gasolio, fuochi d’artificio, un paio di fili e due orologi come timer puntati sulla mezzanotte. In una custodia per armi ci sono anche otto sacchetti con della polvere sospetta.
A due blocchi di distanza Oprah Winfrey si gode il musical «Fela». Liza Minnelli è l’ospite d’onore al Marriott. La diva Lucy Liu sta per salire sul palco del suo «God of Carnage» e chiede ai poliziotti cosa sta succedendo. Gli spettatori vengono invitati a non lasciare le loro poltrone. Turisti chiusi fuori dagli alberghi. Si svuota il Marriott. Si svuotano i McDonald’s. Si svuota il più grande negozio di giocatoli del mondo, Toys’r’Us. Migliaiadipersone evacuate.
La polizia conferma: è un’autobomba e la tecnica sembra la stessa degli attentati falliti a Londra del 2007. Il sindaco si precipita da Washington, è tra gli invitati all’annuale festa dei corrispondenti della Casa Bianca. Sono quasi le tre di notte. Il capo della polizia Kelly dice che l’autobomba avrebbe provocato una «palla di fuoco». Bloomberg ha ancora il farfallino della festa: «Siamo stati fortunati, poteva essere una strage».
L’uomo ricercato si sarebbe sfilato una camicia nera e sarebbe fuggito con la maglietta rossa che aveva addosso. C’è già una pista che porta in Pennsylvania: un turista avrebbe ripreso un sospetto. Per ora è tutto ma non è poco. La Casa Bianca conferma che le indagini di questo «episodio grave» vanno in tutte le direzioni. Barack Obama elogia chi ha aiutato a scoprire la bomba e promette: «Giustizia sarà fatta». Intanto cancella il viaggio che aveva in programma nel New Jersey mercoledì. Dal New York Post alla Cnn già si parla di "Times Scare": scare vuol dire paura e gli allarmi si moltiplicano. Sabato sera paura sul volo Chicago-Philadelphia per un «messaggio sospetto» ritrovato a bordo. Domenica paura durante la Maratona di Pittsburgh per un ordigno che fortunatamente non c’è.
«Times Square adesso è sicura», ripetono Bloomberg e Napolitano. Ma l’incubo che l’autobomba esplosa male potesse essere solo un diversivo ha terrorizzato le centinaia di poliziotti accorsi. Sul Suv ci sarebbero anche le impronte dell’attentatore e la polizia è gi à risalita all’ autofficina del Connecticut dove sarebbe stata rubata la targa di una vecchia Ford appiccicata al Pathfinder. Mistero nel mistero. Una telefonata anonima intorno alle 4 del pomeriggio aveva annunciato che ci sarebbe stata «una grande esplosione» e che l’autobomba era solo una trappola.
Sono le 6.28 di sabato sera quando una telecamera riprende un Nissan Pathfinder imboccare la 45esima strada in direzione dell’Ottava Avenue. Il Suv scuro viene parcheggiato all’incrocio con la Settima Avenue con le quattro frecce e il motore accesi. Un turista vede un uomo allontanarsi. Lance Orton, un venditore ambulante di magliette, scorge del fumo uscire dall’auto parcheggiata davanti ai teatri che si riempiono di spettatori. Lì davanti danno «Next To Fall» e «Il Re Leone». Lì vicino c’è la sede della Viacom che produce «South Park», il cartoon minacciato dagli islamisti: ha mostrato il Profeta in versione orsacchiotto e la polizia non esclude neppure questa pista.
L’ambulante chiama il poliziotto a cavallo Wayne Rhatigan: ha 47 anni e da 19 fa lo sceriffo a NewYork. Wayne sente un odore strano, chiama un paio di colleghi e comincia a far evacuare la gente: sono le 6.34. Arrivano gli artificieri. Eccolo, l’esplosivo: tre bombole di propano, tipo quelle usate per il grill, due galloni di gasolio, fuochi d’artificio, un paio di fili e due orologi come timer puntati sulla mezzanotte. In una custodia per armi ci sono anche otto sacchetti con della polvere sospetta.
A due blocchi di distanza Oprah Winfrey si gode il musical «Fela». Liza Minnelli è l’ospite d’onore al Marriott. La diva Lucy Liu sta per salire sul palco del suo «God of Carnage» e chiede ai poliziotti cosa sta succedendo. Gli spettatori vengono invitati a non lasciare le loro poltrone. Turisti chiusi fuori dagli alberghi. Si svuota il Marriott. Si svuotano i McDonald’s. Si svuota il più grande negozio di giocatoli del mondo, Toys’r’Us. Migliaiadipersone evacuate.
La polizia conferma: è un’autobomba e la tecnica sembra la stessa degli attentati falliti a Londra del 2007. Il sindaco si precipita da Washington, è tra gli invitati all’annuale festa dei corrispondenti della Casa Bianca. Sono quasi le tre di notte. Il capo della polizia Kelly dice che l’autobomba avrebbe provocato una «palla di fuoco». Bloomberg ha ancora il farfallino della festa: «Siamo stati fortunati, poteva essere una strage».
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