"Atto arbitrario": scarcerato Gugliotta, un agente indagato

Dalla Rassegna stampa

 

Proprio ieri aveva iniziato lo sciopero della fame e della sete, sopraffatto dalla disperazione. Ma a Stefano Gugliotta non serviranno più gesti estremi, perché poche ore dopo è tornato a casa. Ieri sera il gip Aldo Morgigni ha accolto la richiesta della procura capitolina e ha disposto la scarcerazione «per mancanza di esigenze cautelari» del venticinquenne arrestato la sera del 5 maggio in viale Pinturicchio, a Roma. Gugliotta è uscito dal carcere di Regina Coeli alle 19.30, accolto dai genitori e dagli amici al grido di «Stefano sei il più grande». Al provvedimento di scarcerazione ha reagito con un laconico «sono felice», e togliendosi un dente provvisorio, messogli in carcere al posto di quello rotto dalle manganellate dei poliziotti.
In mattinata, il pm Francesco Polino aveva chiesto di liberare Gugliotta perché «vittima di un atto arbitrario». Un sopruso per cui ora è indagato un agente del Reparto mobile, ripreso in un video mentre sferra un pugno al ragazzo. Il poliziotto, con 15 anni di servizio, dovrà rispondere di lesioni aggravate volontarie.
I colleghi lo descrivono come «una persona tranquilla». Ma su di lui pesano i filmati e le testimonianze (almeno 14) dei vicini di Stefano. Il pm aveva interrogato l’agente martedì scorso. Un confronto lungo e teso, interrotto per la necessità di procurare un avvocato al poliziotto: la sua deposizione l’aveva reso un indagato. Per ora l’agente non risulta sospeso dal servizio. Presto Polino ascolterà altri tre poliziotti, già convocati assieme al collega. Ieri, rispondendo a un’interrogazione parlamentare del Pd, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha assicurato: «Qualora venissero accertate responsabilità penali nei confronti di uno o più componenti delle forze dell’ordine, il ministero dell’Interno si costituirà come parte civile».
Vito ha fornito una ricostruzione dei fatti: «Il giovane alla guida (Gugliotta, ndr), all’intimazione dell’alt, non ha fermato il motorino e ha cercato di spingere via l’agente, dicendo che non c’entrava nulla». Il ministro ha poi citato «denunce e segnalazioni» a carico di Gugliotta, per rapina, lesioni personali e guida
in stato di alterazione psico-fisica per l’assunzione di stupefacenti. Una precisazione che ha provocato le proteste dell’opposizione. «Fare riferimento a segnalazioni per un incensurato, senza carichi pendenti, è un vergognoso tentativo di manipolare l’opinione pubblica», sibila Marco Staderini dei Radicali.
La vicenda di Gugliotta rimane politicamente calda. Il governo non vuole un secondo caso Cucchi, e ripete che non ci saranno omissioni o coperture. «La polizia ha sempre saputo colpire chi sbagliava al suo interno», ha ribadito il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Ma si teme una diffusa ostilità verso le forze dell’ordine. Il sindacato di polizia Consap accusa: «Nessuno ha il coraggio di dire che il 99,9 % dei poliziotti, mal pagati e male equipaggiati, fa fino in fondo il proprio dovere. L’episodio di viale Pinturicchio è una devianza operativa gravissima, dei quali i vertici dovevano essere a conoscenza, se non altro per omesso controllo circa la preparazione di chi opera in scenari complessi». Complessi come il post- partita di Inter-Roma di Coppa Italia, con la guerriglia degli ultras attorno allo stadio Olimpico.
Quella sera i poliziotti cercavano i teppisti, e si sono imbattuti in Gugliotta. Il ragazzo resta ancora indagato per resistenza a pubblico ufficiale. In carcere ha scritto una lettera in cui accusa: «Mi hanno tolto la vita».

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