Attesa e preoccupazione di Nato e Ue Turchia infuriata, in Siria Assad esulta

Dalla Rassegna stampa

IL CAIRO - Nelle capitali europee e non solo c’è preoccupazione. Da Barack Obama al premier Gianni Letta, dall’Ue alla Nato, l’invito-richiesta all’esercito egiziano è di consentire una transizione trasparente per un rapido ritorno a elezioni per un governo civile democratico, senza spargimenti di sangue. Il premier britannico David Cameron si spinge oltre: «Il Regno Unito non sostiene mai l’intervento militare». E il presidente francese Hollande parla di «fallimento» quando un presidente eletto viene deposto militarmente dopo una sollevazione di milioni di persone. Nessun leader occidentale usa la parola tabù, golpe. Il segretario generale della Nato Rasmussen taglia la testa al toro dicendo di non voler «etichettare» gli avvenimenti in Egitto.

Molto dura la reazione della Turchia, dove un altro governo islamista, quello di Erdogan, ha da poco affrontato con mano dura grandi moti di protesta popolare: «La destituzione di Morsi è inaccettabile. È un golpe militare», ha detto il ministro degli esteri Davutoglu. Condanna anche dal Brasile, uno dei paesi emergenti del G20: «È una rottura dell’ordine democratico». La caduta di Morsi è vista in Medio Oriente come una vittoria dal raìs siriano Bashar al-Assad e una sconfitta dei radicali palestinesi di Hamas che avevano trovato una solida sponda al Cairo.

Tace Israele in attesa di sviluppi: l’Egitto è l’unico Paese arabo ad aver firmato un trattato di pace con lo Stato ebraico. Morsi aveva raffreddato molto le relazioni. Per Assad - capo di un regime "laico" e socialisteggiante fondato dal padre più di 50 anni fa - che da tre due anni fronteggia una guerra civile alimentata dagli jihadisti e sostenuta dalla Fratellanza musulmana, la caduta di Morsi «è la fine dell’ingerenza della religione (islamica) nella politica». Il rais di Damasco vantando i recenti successi militari del suo esercito aggiunge: «In Siria il complotto straniero è fallito». Da 33 anni la Fratellanza islamica siriana è illegale in Siria e i suoi membri rischiano la pena di morte.

 

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