Astensione record. Alle 22 ha votato solo il 47%

Dalla Rassegna stampa

Crollo dell’affluenza alle urne. Alle 22 di ieri aveva votato il 47,01% degli elettori, quasi 9 punti sotto la media del 2005 che, alla stessa ora, era stata del 55,95. Impressionante il dato del Lazio (-12,53).
Se la tendenza venisse confermata, a urne chiuse, si sarebbe superato in negativo il dato delle Europee dello scorso anno quando la partecipazione si era fermata al 66,5, la percentuale più bassa registrata in un appuntamento elettorale dato che nel 2005, nella precedente tornata regionale, si era raggiunto il 71,4
In ogni caso, oggi, quando i risultati saranno chiari si avranno maggiori dati per analizzare questo fenomeno, temuto da molti e che ha già interessato un Paese vicino a noi come la Francia arrivando modificarne il panorama politico. A giudizio di alcuni studiosi, come quelli dell’Istituto Cattaneo di Bologna, la soglia di sicurezza sarebbe il 70,5%: se l’affluenza scendesse sotto tale limite si potrebbe parlare di un effetto simile a quello francese che qualcuno aveva auspicato si verificasse pure in Italia per dare una scossa al mondo dei partiti.
Oltre a rinnovare tredici consigli regionali si devono eleggere 462 sindaci e 4 presidenti di Provincia. Esaminando l’andamento delle Comunali si osserva che l’affluenza è stata superiore (55,57) rispetto alle Regionali ma allo stesso tempo in flessione (-4,87) confrontando l’analogo appuntamento elettorale di cinque anni fa. In linea con le Regionali l’affluenza alle Provinciali, (47,78) con tuttavia un calo del 7,5 rispetto al passato.
Entrando nei dettagli si può notare che la regione più solerte ad andare alle urne è l’Emilia Romagna (51,5), seguita dalla Lombardia (49,31) e dal Veneto (49,2). Poi vengono Piemonte (47,6), Umbria (46,3), Basilicata (45,28) Marche (44,9), Toscana (44,0), Puglia (43,75), Liguria (43,%). Staccate troviamo Lazio (43,35), Campania (43,27) e ultima la Calabria (41).
La diffusione delle percentuali dei votanti, così come lo spoglio che verrà eseguito oggi, segue procedure diverse a seconda che si tratti di Regioni i cui dati sono forniti dal ministero dell’Interno o, nel caso di Toscana Marche Calabria e Puglia, dalle stesse Regioni che comunicano attraverso loro canali i risultati parziali e definitivi.
Il fenomeno della diserzione dai seggi sembra colpire indistintamente aree amministrate sia dal centrosinistra sia dal centrodestra, è più evidente nel Sud rispetto al Nord. Qualcuno fa notare che potrebbe essere conseguenza del passaggio all’ora legale oppure che sia dipeso da una giornata davvero primaverile che avrebbe suggerito a molti di ritardare l’appuntamento con la cabina elettorale.
Un elemento, però, balza subito all’attenzione di qualsiasi osservatore. Ed è quello del Lazio, dove la flessione (nella prima giornata) è stata molto più marcata (-12,53%) rispetto al resto del Paese. C’è da dire al riguardo che nella Capitale, qualche settimana fa, era scoppiato il caso delle liste non ammesse e ne erano scaturite polemiche si sono trascinate sino alla chiusura della campagna elettorale. Un fatto, questo che potrebbe avere, influenzato il comportamento dei cittadini.

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