Associazioni runite nel sit-in di protesta

Dalla Rassegna stampa

Lettere, cartelli, sit-in di protesta. Sono gli strumenti con i quali gran parte del mondo delle cosiddette associazioni non regolamentate  delle professioni emergenti (con l’appoggio dei radicali, si veda l’articolo a pagina 9) ha fatto sentire la propria voce. Esclusi dal tavolo della riforma del comparto professionale ufficialmente perché, in quanto autonomi, la competenza non è direttamente del ministero della Giustizia ma dello Sviluppo economico - non ci stanno a essere tagliati fuori dal riordino. Sono, tra gli altri, tributaristi, informatici, consulenti e operatori del terziario avanzato.
«Il Ministro Alfano - ha detto Mario Staderini, segretario di Radicali italiani, promotori del sitin- deve spiegare come sia possibile fare una riforma delle professioni che metta al centro il cittadino, se a scriverla saranno gli Ordini professionali in contrasto con le norme dell’Unione europea e con le indicazioni dell’Antitrust italiano». «Prospettando in maniera antistorica la cancellazione delle liberalizzazioni - ha detto Roberto Falcone (tributaristi Lapet) - il ministro della Giustizia imbocca una strada alquanto dannosa per il Paese, illudendo i professionisti ordinistici con la chimera di abolire le mal digerite lenzuolate di Bersani». «Rinnoviamo - ha aggiunto Arvedo Marinelli (truibutaristi Ancot) - la richiesta di essere ascoltati perché senza di noi manca una parte significativa del fare professione oggi in Italia».
Anche il Colap, il coordinamento delle libere associazioni, aveva invitato i propri aderenti a scendere in piazza in sit-in.

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