Ascoltate l'Onu

Si fanno tante chiacchiere sulla necessità di tassare i profitti non dichiarati, ma si ignora una delle principali fonti di inquinamento dell'economia, ovvero il fiume di denaro nero incassato dalle organizzazioni criminali grazie al monopolio sul traffico delle droghe. Su questo argomento governi e partiti (radicali a parte) tacciono da anni, come fosse un tabù intoccabile. La linea politica di destre e sinistre, con sfumature impercettibili, rimane quella del proibizionismo assoluto. Eppure, come indicato di recente da una speciale Commissione Onu che includeva capi di Stato, celebri scienziati e premi Nobel, (documento tradotto integralmente su Frigidaire n.236 del settembre 2011) il proibizionismo imposto dagli Usa in tutto il mondo negli ultimi 60 anni è completamente fallito. Il divieto totale non solo non ha ridotto il consumo, ne ha provocato la crescita esponenziale. E ha generato inoltre gruppi criminali ricchissimi capaci di condizionare interi governi. Solo in Italia si parla di 130 miliardi di euro drenati ogni anno dalla criminalità e riciclati in attività speculative e corruttive. Contro questa piaga la Commissione Onu ha sollecitato la legalizzazione di ogni tipo di droga e la immediata liberalizzazione di marijuana e hascish, sostanze assai meno dannose dell'alcool. Ma, come tanti documenti Onu, anche questo è rimasto lettera morta. Si preferisce spendere miliardi per riempire le carceri di piccoli spacciatori. Ma nessuno osa colpire la testa del drago, cioè il monopolio criminale del traffico. Perché? Ecco un altro dei misteri della nostra società, dove tutto ciò che è vietato è anche normalmente permesso...
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