Art. 18, la proposta Parenti è un ddl

Approda in parlamento la proposta di legge «Parenti» per l'innalzamento, da 15 a 30 dipendenti, della soglia di licenziabilità per le piccole e medie imprese.
A dare forma alla proposta lanciata nei giorni scorsi dalle pagine di Italia Oggi (si veda il numero del 13 ottobre) dall'imprenditore e presidente della camera di commercio di Piacenza, Giuseppe Parenti, già esponente della Confindustria, ci ha pensato il deputato radicale Marco Beltrandi, che ieri ha depositato alla Camera dei deputati una proposta di legge intitolata, appunto, «Disposizioni per la sperimentazione triennale in deroga alle norme sulla reintegrazione nel posto di lavoro».
Il progetto Beltrandi, esattamente come ha spiegato Parenti su Italia Oggi, parte da un assunto: «ci sono almeno 100 mila aziende in Italia che potrebbero assumere, ma non lo fanno, per non cadere nella normativa dello Statuto dei lavoratori». L'impossibilità di slegare agevolmente il vincolo che lega il lavoratore assunto in un'azienda con più di 15 dipendenti, così come prevede l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (legge 300/70) è stato in questi quaranta anni, uno dei principali ostacoli, per molti imprenditori, a crescere dimensionalmente facendo nuove assunzioni.
L'art. 18, spiega Beltrandi, «è una norma che risente pienamente del tempo trascorso, scritta 40 anni fa, che dovrebbe essere rivista, anche perché i 15 dipendenti di 40 anni fa oggi equivalgono a 30».
«Questa è una considerazione che ci permettiamo di fare perché le imprese italiane devono gran parte del loro nanismo anche a queste infrastrutture giuridiche il cui superamento creerebbe subito nuovi posti di lavoro, senza dover sopportare neanche il costo di un euro. Tanti imprenditori, soprattutto quelli che possono affrontare le sfide della globalizzazione, sono in condizioni di assumere ma temono di non poter tornare più in- dietro. Così si finisce, magari, per frammentare l'attività in due o tre aziende diverse, con un notevole aumento dei costi burocratici».
Il sintetico articolato messo a punto da Beltrandi (due articoli per 5 commi complessivi) che potrebbe anche entrare nel testo del prossimo pacchetto sviluppo sotto forma di emendamento, agisce sull'articolo 18 della legge 300/1970, meglio nota come statuto dei lavoratori, e sposta verso l'alto, da 15 a 30 appunto, la soglia oltre la quale scatta il divieto di licenziamento.
Le norme si propongono di offrire alle imprese, in via sperimentale e fino al 31 dicembre 2014, la possibilità di assumere a tempo indeterminato lavoratori fino a trenta dipendenti «con la conseguenza che, in caso di licenziamento che non abbia carattere discriminatorio, si applichi una tutela che abbia carattere solamente risarcitorio per verificare effetti in termini di maggiore occupazione e sviluppo dell'attività di impresa. Naturalmente sono fatti salvi tutti i divieti di licenziamento discriminatorio ai sensi della legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni».
Nel dettaglio, l'articolo uno prevede la deroga per un triennio all'articolo 18 comma 1 e 2 dello Statuto dei lavoratori al fine di rendere al disciplina del reintegro nel posto di lavoro per licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo più aderente ai tempi attuali.
All'articolo 2, invece, si stabilisce l'obbligo per il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di effettuare un monitoraggio costante degli effetti prodotti dalla disciplina qui proposta con relazione annuale al Parlamento.
Beltrandi infatti crede che una sperimentazione triennale, affiancata da un monitoraggio annuale del ministero del lavoro, può consentire di verificare l'impatto reale della normativa sul sistema imprenditoriale.
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