"Arrestati e picchiati, così è finita la partita"

Dalla Rassegna stampa

 

Non c’è solo Stefano Gugliotta in carcere per gli scontri con la polizia seguiti alla finale di Coppa Italia Roma-Inter, il 5 maggio. A Regina Coeli ci sono otto persone. Ieri mattina il segretario dei Radicali Mario Staderini si è recato in carcere molto presto, per poterli incontrare tutti. E il bilancio che ne ha tratto è pesante.
"La situazione più grave riguarda un ragazzo di 26 anni", spiega. Si tratta del giovane che appare nei servizi del Tg 1 e Tg2 del 6 maggio. "Era la quarta volta che andava allo stadio - prosegue Staderini - il suo avvocato mi ha raccontato che si trovava accanto ai chioschi sul Lungotevere. La polizia lo ha ritenuto uno dei lanciatori di bottiglie e lo ha fermato. Lui è riuscito a divincolarsi, è scappato, ma ‘ha urtato contro un veicolo nel tentativo di darsi alla fuga—. Le immagini documentano questo ‘incidente’. Il peggio, però, secondo il radicale, è arrivato dopo: "È stato portato nel posto di polizia che si trova all’interno dello stadio Olimpico e li ha chiesto di poter essere sottoposto ad una radiografia. Gli è stato risposto che non c’erano i requisiti. La mattina dopo, alle 6, è stato portato in carcere e subito dopo all’ospedale Fatebenefratelli. Gli è stata fatta una Tac ed è emersa la frattura della ottava vertebra dorsale". Altri due giovani presentano escoriazioni su volto, gambe e braccia. Al di là degli episodi di violenza, però, sui quali dovrà pronunciarsi la magistratura, l’impressione che si ha è quella di una specie di ‘rastrellamento’: "In piazza Mancini sono stati fermati due ragazzini di 19 anni di Lanciano - racconta ancora Staderini - Per loro, simpatizzanti della Juve, era la prima volta all’Olimpico. Avevano in mano l’asta di una bandiera. Un altro tifoso è stato fermato sempre nei pressi dei chioschi: la polizia sostiene che si fosse nascosto nel canneto sul Tevere. Quella notte pioveva, ma lui ha voluto far mettere a verbale che, al momento del fermo, abiti e scarpe erano immacolati". La Questura di Roma ha fatto sapere ieri che "procederà a verificare con scrupolo e massima trasparenza l’esatta dinamica degli eventi, non potendosi tollerare eccessi e abusi che, qualora commessi, saranno oltre che penalmente perseguiti, anche disciplinarmente sanzionati". "Io credo però che la questione sia più ampia - conclude Staderini - e riguardi la gestione dell’ordine attende il pronunciamento del Tribunale del Riesame per la revoca del provvedimento cautelare e che, nonostante le ferite al capo, alla schiena e all’ anca e un dente rotto non siano gravi, è fortemente scosso. Anzi, sotto choc. Le accuse contro di lui sono non di poco conto: aver partecipato ai tafferugli subito dopo la partita, essersi allontanato fino a viale Pinturicchio e aver tentato di fuggire con il motorino.
Quindi di aver iniziato una violentissima colluttazione con i poliziotti, procurando loro diverse lesioni. Nella memoria presentata in Procura dall’avvocato Cesare Piratino, legale della famiglia Gugliotti, oltre alla testimonianza del giovane ("ero rimasto in casa fino a 10-15 minuti dopo l’inizio del secondo tempo della partita", poi si sarebbe recato in un pub nei pressi per festeggiare il cugino 15enne), ci sarebbe quella di altre 14 persone pronte a confermare quello che hanno visto dai balconi (nel video, girato da uno studente con un videofonino, si sentono le grida "Basta", "Fermatevi" urlate da chi stava assistendo).
Proprio dalla visione del video, all’attenzione del pm Francesco Polino che indaga sul caso, sarebbe visibile la scena in cui un agente colpisce Gugliotta con una pesante manata sul volto e subito dopo con un violento pugno. Un altro gli avrebbe dato un violento calcio da tergo mentre altri si avvicinavano, qualcuno con il manganello alzato. Ieri a Regina Coeli, oltre ai Radicali, è arrivato anche il senatore Ido Stefano Pedica. Il Pd in Senato ha presentato un’interrogazione urgente ai ministri competenti, mentre in Campidoglio una mozione per la scarcerazione del giovane è stata votata da tutte le parti politiche.
Parla, invece, di "azione sproporzionata" degli agenti rispetto all’offesa ricevuta, l’associazione dei Funzionari di polizia anche se mostra perplessità sulla mancanza della sequenza iniziale nel video, sottolineando poi come il ragazzo con le stampelle, che era in motorino con Gugliotta, sia riuscito a fuggire a forte velocità e senza problemi.

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