Aria da anni Novanta sul voto

Lo scenario disegnato stamattina dai quotidiani è diventato aspra realtà. È successo stamattina quando Giuseppe Mussari, avvicinandosi alla sede della procura di Siena dov’era atteso per il suo cruciale interrogatorio, è stato accolto da urla, fischi e perfino il fatidico lancio di monetine: quattro o cinque cittadini senesi (non di più, in verità) hanno improvvisato il drammatico replay di una scena già vista molti anni fa.
Appunto, agli inizi degli anni Novanta.
La corruzione è sempre molto forte, e la politica è sempre molto debole. In questa drammatica forbice, la magistratura utilizza a piene mani la sua forza attraverso i meccanismi previsti dalla legge che però, ancora una volta, fanno storcere il naso alla destra e ai suoi giornali come Libero e Giornale. L’analogia con la situazione del ’92-’93 si evidenzia anche nella titolazione di Repubblica («Il ritorno di Tangentopoli»), dove Massimo Giannini scrive fra l’altro: «Come la Prima, anche la Seconda repubblica muore sotto i colpi delle inchieste giudiziarie», notando che all’epoca era Craxi a pronunciare «un’arringa disperata chiamando in causa tutti i partiti», mentre oggi c’è Silvio Berlusconi a scatenarsi contro i giudici e a “giustificare” la pratica delle mazzette. È un’aria che soffia su un paese che fra una decina di giorni andrà alle urne: e ci si chiede a chi possa giovare un clima del genere. «L’unico che ha da guadagnarci – scrive Marcello Sorgi sula Stampa – è Beppe Grillo». Mentre per il direttore dell’Unità Claudio Sardo, in questa situazione «serve un’opera di ricostruzione, come fu nel dopoguerra».
Pier Luigi Bersani, in un’intervista al Messaggero, propone «una lenzuolata per la legalità» e dice di pensare ad un «superministero dello sviluppo». Ma in un retroscena sulla Stampa, Fabio Martini scrive del timore dei partiti di «una legislatura breve: cresce la paura per il ritorno al voto». La avrebbe manifestata Casini: «Non escludo che si possa tornare a votare fra sei mesi».
Le notizie di cronaca sono riportate da tutti i quotidiani. Tante, diverse, difficili da mettere in fila: ieri è stato – titola il Corriere della Sera – «il giorno degli arresti», dall’ex manager Mps Baldassarri all’immobiliarista Proto, dal presidente del Cagliari Cellino a Angelo Rizzoli. Indagini indipendenti le une dalle altre, tanto che Antonio Polito, sul Corriere, osserva che «è difficile credere all’ipotesi della “manona giudiziaria” di cui ha parlato Berlusconi».
In questo quadro fioccano le notizie su Roberto Formigoni, accusato di essere il promotore di una associazione a delinquere e corruzione. Secondo l’accusa, che ha prodotto un documento di 122mila pagine, l’ex governatore (e adesso candidato al senato per il Pdl) avrebbe beneficiato di 8 milioni di euro grazie agli affari con Pierangelo Daccò. Scrive l’Unità che fra i tanti “favori” ci sarebbe anche l’acquisto di «una crema per il viso».
L’ultima udienza del papa
Il «papa nascosto al mondo» che parla a braccio ai fedeli nel discorso di ieri ai parroci occupa tutta la prima pagina dell’Osservatore romano ma è lo scontro in Vaticano sulla nomina del presidente dello Ior su cui si interrogano tutti, La Stampa e Repubblica in primis, riferendo dello «scontro Bertone-Sodano» sul presidente belga, che sta per essere nominato. Sempre sul quotidiano romano, Robert Zoellitsch capo della Cei tedesca, legge il j’accuse del papa come un «testamento spirituale» che ha commosso i tedeschi e parla di una Chiesa che deve purificarsi. Un’intervista a Elia Enrico Richetti, presidente dell’Assemblea dei rabbini d’Italia, su Avvenire, richiama invece i legami di «dialogo e fiducia», di intesa con l’ebraismo ad opera di papa Benedetto XVI. Sul Messaggero, invece, spazio al biografo del papa Johannesburg Allen sicuro che d’ora in poi oltre una certa età per il papa sarà «inevitabile dimettersi». Tutt’altro taglio per il Sole 24 Ore che fa i conti in tasca alla Chiesa di tutto il mondo: tra scuole, ospedali, missioni e tutto il resto, il patrimonio immobiliare ecclesiale ammonta a 2mila miliardi.
Il caso Alitalia
Ossigeno per la compagnia di bandiera, che può contare su un super prestito di 150 milioni da parte dei soci racconta tra gli altri Il Sole 24 Ore, che dà i dettagli del «prestito convertibile». L’attesa ora è per il cambio di vertice, rinviato a fine mese.
La caduta dell’eroe
Le accuse che gravano sul campione Oscar Pistorius, che avrebbe ucciso la sua fidanzata, dominano le aperture di tutti i giornali, che lo mostrano in una foto sorridente insieme alla fidanzata. Da «il tradimento di Pistorius» del Secolo XIX a «da eroe a mostro» per il Sole 24 Ore, al «campione assassino» di Repubblica, dove Emanuela Audisio dice quello che da ieri tutti pensano: «Di Oscar potevi dire tutto tranne che avesse una natura violenta o che si lasciasse andare all’istinto».
Un Sanremo targato Lucianina
Il monologo e il ballo-flash mod di Luciana Littizzetto, in nome della giornata per la dignità delle donne “One Billion Rising, alimentano le critiche positive al Festival, con Fazio che continua ad essere soddisfatto: «Luciana balla in difesa delle donne», scrive il Messaggero. A parlare di Festival «stanco» è invece Il Fatto Quotidiano: una «fuga dal palco» per il festival «garbato» che ha visto disertare anche Daniel Barenboim.
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