Applausi per irridere Lukashenko, la polizia risponde con gas e arresti

Dalla Rassegna stampa

Manganellare e bersagliare con i gas lacrimogeni chi ti applaude sembra un controsenso. Non se ti chiami Aleksandr Lukashenko, però, e se quegli applausi sono un modo per contestarti. Ciò che è accaduto ieri a Minsk, capitale del piccolo paese, diventa così comprensibile. In occasione della festa dell'Indipendenza, che celebra la fine dell'occupazione nazista del 1944, alcune decine di manifestanti si sono radunati nei pressi della stazione centrale, rispondendo a un appello del movimento d'opposizione «Rivoluzione attraverso i social network» Nessuno slogan, nessun cartello: una manifestazione silenziosa, scandita solo dal ritmico battere di mani dei partecipanti. Di rumore, invece, ne hanno fatto parecchio le forze dell'ordine, che hanno reagito con cariche, manganelli e gas. Il bilancio e di decine di arresti, compreso Stanislav Shushkevich, primo presidente bielorusso dell'era post-sovietica e oppositore di Lukashenko.

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