Appalti trasparenti, s'inizia con le buste

Per supplire alle timidezze normative c'è voluto l'intervento dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Che, con la decisione 13/2011, ha scelto di chiudere una quérelle di lunga data: la commissione giudicatrice di una gara d'appalto deve aprire le buste delle offerte tecniche in seduta pubblica. Solo in questo modo, per i giudici di Palazzo Spada, viene garantito il principio della pubblicità.
Una decisione importante, quella presa dal Consiglio di Stato. Che punta a garantire più trasparenza e, quindi, più correttezza in procedure di gara che, nel tempo, non sempre hanno brillato per la loro capacità di selezionare, alla luce del sole, le migliori offerte presenti sul mercato.
Certo, molto resta da fare, per garantire procedure meno attaccabili dal punto di vista della correttezza. E non tutto può essere realizzato con decisioni che arrivano alla fine di defatiganti contrasti giurisprudenziali. Ma il segnale è importante: anche in fasi difficili, quando la sensibilità alla trasparenza sembra messa in dubbio e poco condivisa, il sistema presenta degli anticorpi che sono in grado di attaccare il virus delle procedure opache.
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