Aperta la tomba di Arafat: fra tre mesi risolto il giallo

Dalla Rassegna stampa

Le mura esterne della Muqata - quartier generale dell'Autorità nazionale palestinese - sono ricoperte da tendoni in plastica blu, per tenere lontano gli sguardi delle telecamere arrivate a Ramallah a raccontare la riapertura di una tomba.
All'alba di ieri sono stati riesumati i resti dell'ex leader palestinese Yasser Arafat. A supervisionare l'operazione una squadra di scienziati europei, che nei prossimi tre mesi eseguirà test per accertare un eventuale avvelenamento da polonio.
La questione della riesumazione di Arafat è emersa per la prima volta quest'estate, in seguito a un'inchiesta dell'emittente araba Al Jazeera che ha rivelato come scienziati svizzeri abbiano trovato su abiti e accessori dell'ex leader - forniti dalla vedova Suha - importanti quantità di polonio, un agente radioattivo.
Yasser Arafat è morto nel 2004 a 75 anni in un ospedale parigino. Allora non fu fatta un'autopsia e i medici mantennero uno stretto riserbo sulle esatte cause della morte. Questo ha alimentato negli anni tra i palestinesi dubbi e teorie del complotto: c'è chi pensa a una congiura di palazzo e chi all'opera d'Israele, che nega ogni coinvolgimento. Lo stesso Arafat, racconta al Giornale Mustafa Barghouti, politico indipendente, nelle ultime due settimane di vita avrebbe detto ai suoi più stretti collaboratori «di sospettare di essere stato avvelenato dagli israeliani». La leadership palestinese, che non lancia accuse, ha annunciato che se fossero trovate alte tracce di polonio porterà il caso davanti al tribunale penale internazionale dell'Aia, un passo possibile solo se domani l'Assemblea generale dell'Onu voterà per il riconoscimento della Palestina come Stato non membro.
La tomba di Arafat, figura leggendaria per i palestinesi, si trova all'interno del compound che ospita la presidenza. In quel luogo, otto anni fa, migliaia di persone parteciparono ai funerali dell'ex leader. Ieri, invece, la Muqata era sigillata: la riapertura della tomba è avvenuta all'alba, prima che Ramallah si svegliasse. È «un momento di tristezza»: molti palestinesi pensano che la riesumazione «rappresenti una dissacrazione», spiega Diana Buttu, avvocato ed ex consigliere dell'Autorità. Allo stesso tempo, dice, tutti vogliono sapere quello che accadde esattamente, «anche se nessuno qui dubita che Arafat sia stato avvelenato».

 

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