Anti-Monti o moderato? Silvio indeciso sulla strategia

Dalla Rassegna stampa

Annunciato ma non ancora formalizzato, l’addio alle primarie del Pdl, conseguente alla decisione di Berlusconi di tornare in campo, si lascia dietro uno strascico di polemiche, soprattutto di Giorgia Meloni e degli ex An, che nella nuova Forza Italia che il Cavaliere si prepara a rimettere in pista non troverebbero posto. Il paradosso così sarà che nel centrodestra chi si stava orientando verso una scelta filo-Monti (Alfano, Gelmini, Lupi e tutta l’aria moderata) e sperava che Berlusconi confermasse la sua decisione di ritagliarsi un ruolo da padre nobile, farà accanto al Fondatore una campagna elettorale dura col governo e con la «sudditanza» dell’Italia all’Europa. E chi invece (La Russa e gli ex An) aveva mal digerito la stagione dell’appoggio al governo tecnico e della larga maggioranza, e sperava appunto di andare alle elezioni con le mani libere, si ritroverà fuori dal nuovo partito.

 

La verità è che Berlusconi non ha ancora bene chiara la sua strategia. L’unica cosa è che ha deciso, dopo mesi di incertezza - culminati nel doppio annuncio dell’uscita di scena e del ritorno in campo di un mese fa - è di riprendere pienamente in mano il controllo del partito. Di qui il «serrate le file» che ha convinto anche Alfano a rinunciare alle primarie e che vedrà nel prossimo ufficio di presidenza il ritorno del Pdl (sarà una delle ultime volte che questo nome sarà usato) alla piena unità attorno al Fondatore, mentre La Russa e i suoi si preparano a calare in acqua la scialuppa con cui dovranno navigare da soli fino al voto. Dai sondaggi che riceve quotidianamente, il Cavaliere ha ricavato l’indicazione che una versione moderata del Pdl, con un nuovo nome e con alleanze più centriste (Casini e Montezemolo) potrebbe puntare a un’area di oltre un terzo dell’elettorato e competere così con il Pd, che nei sondaggi risulta primo partito con percentuali che oscillano attorno al 30%. Tutto ciò a patto, beninteso, di presentarsi senza Berlusconi, ciò che appunto il leader del centrodestra non può accettare.

 

C’è però un’altra indicazione che viene dai sondaggi: una larga parte dell’elettorato di centrodestra non ne può più di rigore, ritiene che l’Italia stia peggio di un anno fa e vorrebbe tornare al «meno tasse per tutti» che segnò la discesa in campo del primo Berlusconi vittorioso. Ed anche se questa linea oggi è fuori dalla realtà, di fronte alle dimensioni della crisi dell’area euro, c’è da scommettere su quale alla fine sarà la scelta del Cavaliere.

 

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