Articolo di pubblicato su Il Foglio, il 07/09/11

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Di vendere un po' di patrimonio, un paio di case, tre garitte, e vedi mai una caserma, non gli passa neanche per l'anticamera del cervello. In compenso si mette l'Iva, si toglie l'Iva, si eliminano i piccoli comuni, non si eliminano i piccoli comuni, si cancellano le provincie, si rimettono le provincie, si approva la supertassa, si cancella la supertassa, si rimette la supertassa, si tassano solo gli scudati, non si tassano più soltanto gli scudati, si dimezza il Parlamento, si raddoppia il Parlamento, si aboliscono gli Ordini, salvo decidere poi di non abolirli, si tassano le barche, no, le case, no, gli orologi di marca, no, le scarpe inglesi, no, i fazzoletti di lino, nel frattempo si sogna un'Ovra sul reddito del vicino, o meglio ancora una Stasi, e si liberalizza l'orario dei negozi, anzi no, solo di quei negozi dove sia appeso alla parete almeno un Cimabue, mentre la Cgil della signorina Camusso organizza per i fatti suoi un fantastico sciopero generale e Bersani ci va. Domani è quindi, giustamente, l'8 settembre, come quando un'antica parola d'ordine mandava "tutti a casa". Ma a casa, almeno, non al bar.

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