Ambiente e salute: Bonino e Polverini indicano le priorità

Dalla Rassegna stampa

Nel suo programma, cinquanta pagine accompagnate dalla stessa foto che campeggia sui manifesti elettorali, ci sono tre "no", tutti pesantissimi: al nucleare, alle discariche non a norma Ue, a nuovi inceneritori. Perché il programma illustrato ieri da Emma Bonino, candidata del Pd per la presidenza del Lazio, parte proprio dall’ambiente e dalla necessità di dare impulso alla green economy.
Una scelta diversa dalla sua avversaria, Renata Polverini. Lei, l’ex segretaria dell’Ugl, i suoi 6o impegni lungo sei diversi assi (dalla salute alla famiglia, passando per la rete della fragilità e il lavoro), li ha presentati in prima battuta sabato scorso. Poi, però, ha scelto sei location diverse per sciorinarne i dettagli. Comincerà oggi pranzando con una famiglia che vive al Laurentino 38, uno dei quartieri simbolo della periferia romana. Domani sarà la volta dell’ospedale Nuovo Regina Margherita dove presenterà le sue ricette per guarire la sanità, a cui è dedicata la prima parte del programma.
Emma e Renata hanno dunque fatto scelte diverse sin dall’esordio delle cinquanta pagine in cui raccontano il Lazio che vorrebbero.
La prima si muoverà sulla scorta dell’operato dell’attuale giunta partendo da una grande operazione verità nei primi cento giorni di governo (gli stati generali della salute). La seconda, invece, punterà a una netta discontinuità. Che ruota attorno alla rinegoziazione del piano di risanamento dei conti, all’abbassamento delle addizionali Irap e Irpef nei prossimi tre anni, alla razionalizzazione delle Asl.
Entrambe, però, parlano di riduzione della spesa ospedaliera, di più servizi sul territorio (potenziando le cure primarie e la domiciliarità), di interventi stringenti sulle liste d’attesa. Tutti nodi che il futuro governatore, a prescindere dal colore politico, non potrà assolutamente trascurare. Così come non potrà non affrontare l’altro grande tema che ha tenuto banco nei mesi scorsi, scontando, come per la sanità, il commissariamento della Regione: la gestione dei rifiuti. Le parole d’ordine, però, sono assai diverse, fatta eccezione per la necessità, riconosciuta da entrambe, di potenziare la raccolta differenziata. Come pure quella di dare voce ai cittadini nei processi decisionali.
Le analogie, però, finiscono qui. Con la Bonino che chiude subito la porta a una nuova discarica modello Malagrotta da costruire nella provincia, mentre la Polverini giudica prioritario un monitoraggio degli impianti esistenti: una mappa da cui partire per definire i nuovi interventi. Un cronoprogramma chiaro, insomma. Come per la famiglia dove le promesse della Polverini sull’introduzione del quoziente familiare riecheggiano le sue battaglie da sindacalista, molto care ai suoi alleati centristi.
Infine c’è l’altro tema che ha infiammato il dibattito delle ultime settimane: cioè l’energia. La leader dei radicali boccia nel suo programma l’ipotesi di nuove centrali, che il governo vorrebbe invece costruire anche qui (a Montalto di Castro, per la precisione). Il suo è però un no scontato. Meno scontata, invece, è l’assenza di riferimenti a nuovi reattori nel programma della Polverini. Scorrendo le cinquanta pagine non si trova alcun accenno al nucleare su cui però l’ex sindacalista, qualche settimana fa, pronunciò parole chiare. «Nel Lazio le centrali non saranno installate», aveva detto nel suo blog. Un’uscita inattesa che spiazzò la sua coalizione e soprattutto il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, sponsor principale del ritorno all’atomo.

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