Altro che taglio delle tasse la gara è a inventarne di nuove

Dalla Rassegna stampa

La bestia è tornata a banchetto direbbe Ronald Reagan. Negli anni Ottanta, l'ex presidente americano e la sua amica britannica Margaret Thatcher avevano spostato l'asse del mondo (economico) imponendo il paradigma della riduzione delle tasse, e con esso il dimagrimento dello Stato. «La bestia (lo Stato, appunto) va affamata», diceva Reagan: cioè primo tagliare le tasse, quindi per forza ridurre la spesa pubblica. Da allora, per quasi tre decenni, la riduzione del prelievo fiscale sui cittadini e sulle imprese è stato un cardine delle politiche dichiarate dai governi occidentali, anche se nella gran parte dei casi agli impegni sono seguite poche azioni. Dopo anni in cui i Paesi industriali avanzati avevano assistito a una crescita impressionante delle imposte e dell'attività dello Stato, si era comunque cambiata stagione.
Ora si torna all'antico: l'indebitamento che i governi hanno accumulato per rispondere alla crisi finanziaria ed economica scoppiata nel 2008 è diventato la motivazione per la quale di riduzione delle tasse non si parla più e, anzi, si aumentano le imposte. Ieri, si è saputo che Nicolas Sarkozy ha intenzione di incrementare la tassa sui redditi guadagnati dai francesi che hanno investito in un'assicurazione sulla vita per ridurre l'indebitamento accumulato dalle spese sociali. Angela Merkel aveva vinto le elezioni, lo scorso settembre, promettendo tagli alle imposte per oltre venti miliardi: l'idea è stata messa nel cassetto e il governo tedesco ha in programma di aumentare il prelievo sui biglietti aerei, sui gestori di impianti nucleari, oltre che sulle banche. In Gran Bretagna, patria della rivoluzione thatcheriana, il primo ministro David Cameron ha sotterrato ogni idea di taglio delle tasse. Negli Stati Uniti, Barack Obama si appresta ad abolire i benefici fiscali introdotti nel 2003 da George Bush.
I Paesi emergenti, dove il livello della tassazione è generalmente molto più basso e che hanno subito meno la crisi, continuano invece a non fare ingrassare la bestia. Che ci sia un legame con il fatto che crescono molto di più?

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