Gli altri 365 giorni dopo Ferragosto Il tentativo bipartisn di trovare soluzioni concrete

E ora vediamo se alle parole seguono i fatti. Circa duecento persone, tra parlamentari, amministratori locali e garanti per i detenuti, hanno trascorso il Ferragosto in carcere aderendo ad un'iniziativa dei Radicali. Hanno avuto la possibilità di vedere con i propri occhi le condizioni disumane in cui vivono i reclusi. L'iniziativa ha avuto un'adesione bipartisan, così come ora bipartisan è l'augurio che non rimanga soltanto un bel gesto di mezz'estate.
"Il Direttore del penitenziario di Pescara, che ho visitato - racconta il deputato Pd Giovanni Bachelet - mi ha spiegato che basterebbero alcune piccole modifiche alla legge Bossi Fini sull'immigrazione. Per esempio, a un extracomunitario a che serve partecipare ad un programma di reinserimento, imparare un mestiere, per poi essere espulso una volta fuori?".
Uno spreco di risorse, umane ed economiche, ma anche il venir meno dell'articolo 27 della nostra Costituzione, che recita: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". "Basterebbe che nel provvedimento di espulsione si tenesse conto del percorso di rieducazione - prosegue Bachelet - e, se questo dovesse dare un esito positivo, bisognerebbe sospendere l'espulsione". C'è da considerare che circa la metà della popolazione detenuta è composta da stranieri. Ma sono parole che difficilmente trovano l'adesione della maggioranza di governo.
"La soluzione per gli extracomunitari - secondo il deputato Pdl Luigi Vitali, ex sottosegretario alla Giustizia, che il 15 ha varcato la soglia degli istituti di Taranto e Bari - è quella di intervenire con i paesi di origine per stipulare accordi bilaterali solidi". E non sui viaggi dei disperati. "Si potrebbero costruire nuove carceri in quei paesi, per mandare li a scontare la pena quelli che hanno una sentenza passata in giudicato". L'onorevole Vitali ha un'idea precisa degli immigrati che arrivano in Italia: "O li chiamiamo noi perché siamo in grado di offrire loro un lavoro, oppure rischiano di diventare manovalanza a buon mercato per la criminalità".
L'ex sottosegretario però è tra i firmatari della proposta, la cui discussione dovrebbe riprendere a settembre in Senato, per far scontare ai domiciliari l'ultimo anno di pena: "Le dico di più, avevo fatto inserire una norma sulla messa alla prova dei detenuti, istituto che esiste nell'ordinamento minorile. Ma l'intesa non si è trovata per il disaccordo della Lega e di una parte del mio partito, e così l'ho stralciata. Ora temo che sia su un binario morto".
Chi si dice pronto a presentare, alla riapertura dei lavori parlamentari, interrogazioni e proposte di legge è il senatore democratico Vincenzo Vita, che a Ferragosto ha visitato le carceri di Massa Carrara, La Spezia e Chiavari: "Occorre depenalizzare alcuni reati, incentivare le misure alternative. Bisognerebbe poi riuscire a strappare qualche soldo in più nella prossima legge Finanziaria". Ipotesi che, vista la situazione, fa sorridere. "Un grande problema per i detenuti è anche la legge Cirielli - prosegue Vita - fatta per salvare i potenti e ricaduta drammaticamente sugli ultimi. Un processo in genere dura molti anni, la persona si fa la carcerazione preventiva, poi esce e magari ricomincia a lavorare, mette su famiglia. Poi arriva la sentenza e deve tornare in carcere, perdendo tutto ciò che ha costruito". L'iniziativa dei Radicali, che ha generato qualche polemica per l'adesione di Dell'Utri e Cosentino, non è piaciuta neanche al sindacato di polizia penitenziaria Sinappe: "Sono venuti a commemorare l'amministrazione penitenziaria - il duro commento dei segretario, Roberto Santini hanno fatto la loro passerella, ma per noi Ferragosto o 25 dicembre sono giorni come tutti gli altri".
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