Alleati in imbarazzo per Pisapia: «Peccato»

Dalla Rassegna stampa

Imbarazzo e pessimismo. Il caso del Pio Albergo Trivulzio, di cui giustamente si parla da giorni a Milano - e non solo - fa male al centrosinistra e alle sue speranze di vittoria alle elezioni comunali. È fonte di malcelato imbarazzo il fatto che il nome del candidato di coalizione, Giuliano Pisapia, sia associato – seppur indirettamente - a una vicenda del genere, con affitti scontati concessi da un ente assistenziale partecipato da enti pubblici. L'ex parlamentare di Rifondazione Comunista ha tentato di affrontare la questione, gettando acqua sul fuoco e mettendosi sotto l'ombrello di Roberto Saviano. Ma tutta questa vicenda non può non avere un impatto sull'elettorato, come lo ha avuto su alcune fasce della militanza di sinistra. Il Pd ha scelto una linea di basso profilo non si registrano difese generose e accorate da parte di un partito che per la verità è capace di dividersi su tutto. Sinistra, Ecologia e Libertà, il movimento più vicino al candidato, non ha un peso in grado di incidere su umori e consensi generali. Gli altri alleati di centrosinistra sono combattuti fra una difesa d'ufficio e una orgogliosa rivendicazione di diversità.

L'Italia dei Valori, il partito della questione morale, è molto cauto: «Sarebbe stato scandaloso - dice Stefano Zamboni, consigliere regionale - se il caso avesse riguardato direttamente Pisapia. Ammesso che ci sia qualcosa di disdicevole riguarda la sua compagna, e non lui». «Peccato - aggiunge - perché la possibilità di strumentalizzare il caso, passato come caso Trivulzio-Pisapia, ha distolto l'attenzione dal vero problema». Sulla stessa linea il segretario regionale del1'Idv Sergio Piffari, che esclude ripercussioni sulla posizione del candidato: «Siamo di fronte alla punta dell'iceberg - afferma - ma dobbiamo riflettere sull'uso di questi patrimoni e di queste società che sfuggono sempre più a controlli e trasparenza».

I Radicali prendono invece le distanze: «Questa vicenda è imbarazzante in tanti modi e per tante parti - dice Marco Cappato - ma è certa e dimostrata la nostra diversità da tutti. Noi siamo gli unici sfrattati dal Comune, dalla nostra sede di Corso di Porta Vigentina».

Difende invece convintamente Pisapia il suo avversario-amico delle primarie, Valerio Onida: «Tutta questa vicenda, anche per il modo in cui è trattata - afferma il giurista - avrà un effetto prevedibile di rafforzamento delle tendenze all'antipolitica». Onida non nega lo scandalo: «I casi sono due. O si sceglie di mettere a reddito il patrimonio immobiliare facendolo fruttare e impiegando i proventi per le finalità dell'ente, oppure si decide che, in una situazione di particolare fame di abitazioni questo patrimonio viene immesso in un sistema di edilizia pubblica. Nel primo caso, se ci sono stati affitti a prezzi parecchio sotto il livello del mercato, si può dire che questo patrimonio è stato male amministrato, e di ciò dovrebbero essere chiamati a rispondere gli amministratori. Ma chi ha preso casa non ha fatto niente di male, a meno che non si dimostri che abbia ottenuto condizioni più favorevoli di quelle fatte ad altri». Dunque: «Non mi pare - conclude - che Pisapia abbia chiesto o ottenuto favori; oltretutto la vicenda che riguarda la sua compagna risale a tanti anni fa, quando ancora non stavano insieme, e lei ha già disdetto l'affitto. Non ci sono scheletri nell'armadio». E il problema dell'impatto sul consenso elettorale? «Nessuno sa bene come si formi il consenso, ma certo Giuliano può continuare a testa alta la sua battaglia».

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