Alleanze caute per Bersani ma nel Lazio idea Bonino

Poteva essere il primo passo falso del neosegretario Pierluigi Bersani. Con Di Pietro che, al buongiorno, gli propone già di aderire al suo antiberlusconissimo (e indigesto al coté dalemiano) No Cav Day 2, organizzato in combutta con il Prc di Paolo Ferrero. E invece l`incontro di ieri mattina con Di Pietro è andato bene, è finito a pacche sulle spalle davanti alle telecamere: «Comincio io Tonino?». Anche se Bersani ha risposto all`ex pm un cortese, ma fermo e niente complessato «no grazie» alla piazza del 5 dicembre. «Le manifestazioni comuni si decidono insieme, date e piattaforme», ha spiegato, niente piattini preconfezionati. Dì Pietro non se l`è presa, il 5 sarà la superstar della piazza e questo non deve dispiacergli. Per il resto l`idea è quella delle «convergenze parallele» versione ligha si vedranno periodicamente, faranno cose in parlamento. Il vero messaggio è un altro: Pierluigi Bersani riapre subito il cantiere delle alleanze, ieri ha incontrato I`Idv, oggi tocca a Nichi Vendola leader di Sinistra e libertà, la prossima settimana c`è il piatto forte, un incontro con l`Udc, Casini e Cesa. Con tutti si parlerà di regionali, e si misurerà dove e come sarà possibile mettere insieme alleati reciprocamente bendisposti ma nella pratica ancora irriducibili. Con l`Idv intanto è scoppiato il disgelo e si riapre - ma si era mai chiusa? - la prospettiva del`alleanza. «Questa destra frega di giorno e frega pure di notte - queste sono ovviamente parole dell`ex pm -. Ma ora c`è lo spazio per un percorso programmatico e mettere spalle al muro il governo». «Bisogna riprendere il contatto con i cittadini e con la politica. Con tanta pazienza, dandoci i tempi per arrivarci», Bersani, «il vero antiberlusconiano è chi Berlusconi lo manda a casa. L`alternativa al centrodestra non si fa dalla domenica al lunedì. Non ci sono scorciatoie. Abbiamo avuto dissapori anche acuti e abbiamo due modi diversi di fare opposizione, ma dobbiamo prenderci la responsabilità di dialogare sui temi economici e sociali». Quanto alle regionali, Di Pietro propone nomi provenienti dalla «società civile», Bersani ha replicato che le coalizioni si faranno «territorio per territorio», la partita è tutta aperta. Oggi sarà la volta di Nichi Vendola, che si presenta nella sua doppia veste di leader di Sinistra e libertà e presidente della Puglia. Con la prima casacca incasserà - a differenza di ldv e Prc - un «sì» a una manifestazione comune in difesa del lavoro e contro la precarietà. Con la seconda dovrebbe incassare l`appoggio di Bersani alla sua ricandidatura. Vendola è in pieno attivismo per discutere l`allargamento dell`alleanza all`Udc, ma l`Udc chiede come condizione per entrare in coalizione proprio la testa di Vendola. L`Udc potrebbe essere l`ago della bilancia anche nel Lazio. E qui arriviamo agli incontri con gli alleati che però a ieri non erano ancora stati convocati. Come, ad esempio, i radicali di Marco Pannella e Emma Bonino, proprio quelli che nell`elenco della nuova alleanza Bersani dimentica sempre di nominare. Nei Lazio la strada per mantenere la Regione dopo il terremoto Marrazzo è tutta in salita. Tanto più contro Renata Polverini, la segretaria dell`Ugl, data per vincente, che ieri Berlusconi ha ufficialmente investito per la corsa del 28 marzo. Il centrosinistra allo sbando gira a vuoto alla ricerca di un nome autorevole che possa almeno partecipare a una gara già data per persa. I franceschiniani del Pd fanno circolare l`autorevole nome di Andrea Riccardi, il cattolico laico fondatore della Comunità di Sant`Egidio. Che però non avrebbe alcuna voglia di impegnarsi nel dopo-Marrazzo. Dall`interno del Pd c`è chi insiste su Rosy Bindi e Ignazio Marino, ma entrambi hanno già declinato. Ieri Velina Rossa rilanciava il chirurgo, ma per i più è un tentativo di stornare il terzo uomo dalla leadership della sua area, che ha avuto una buona affermazione alle primarie ma che senza di lui non esisterebbe. I dalemiani vogliono Enrico Gasbarra, deputato ex rutelliano, già stimato presidente della provincia, centrista, capace di tessere un`alleanza ampia dai radicali all`Udc. Ma da qualche giorno circola un altro nome, di quelli destinati a far saltare il banco. Emma Sonino. La donna, la biografia, la distanza dall`alleanza potrebbero far dimenticare lo smacco di Marrazzo allo sballottato elettore del centrosinistra. Fra l`altro, è il ragionamento dei tanti a cui piace l`idea e che stanno cercando un modo per farla camminare, nel Lazio I`Udc si sta orientando a non imbarcarsi con i democratici. E, coincidenza, i radicali che di solito non si presentano alle regionali, stavolta hanno già cominciato la `preraccolta` delle firme per partecipare alla competizione.
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