Alle comunali c’è già un vincitore: la Lega

Dalla Rassegna stampa

Le amministrative di Milano promettono sconquassamenti. Palazzo Marino, con un emendamento messo a punto per ridurre gli effetti della Finanziaria e del decreto enti locali del 2010, dovrebbe mantenere anche per il prossimo quinquennio i suoi 60 consiglieri, senza passare a 48 come si ipotizzava. Ma questo non basterà a mettere a riparo i partiti da diversi cambiamenti.
 
Il fenomeno più eclatante si chiama Lega: chiunque sia il vincitore tra Letizia Moratti (centrodestra) e Giuliano Pisapia (centrosinistra), il Carroccio alle prossime elezioni dovrebbe raggiungere il 13,5% dei voti, arrivando così ad occupare tra i 6 e gli 11 seggi: la peggiore delle ipotesi con la vittoria del centrosinistra, la migliore con la vittoria del centrodestra, schieramento di cui fa parte. Oggi, ricordiamo, la Lega esprime solo un consigliere a Palazzo Marino, l’europarlamentare Matteo Salvini, per cui già si prevede una carriera da vicesindaco nel caso in cui la Moratti dovesse essere riconfermata.
 
Diverse le sorti per i due partiti più grandi, il Pdl e il Pd. In questo mandato il Popolo delle libertà si è aggiudicato 29 seggi, passando poi a 27 con l’uscita di due componenti approdati a Futuro e libertà. Con le prossime amministrative potrebbe essere uno del partito che più subirà un taglio alla rappresentanza comunale: se vincesse la Moratti i consiglieri dovrebbero diventare 21, se vincesse Pisapia solo undici.
 
Anche i democratici saranno toccati dallo sconquassamento dei seggi. Fino ad oggi hanno avuto 15 consiglieri; con le amministrative di maggio, se vincesse Pisapia, salirebbero leggermente, andando a 18, mentre se venisse confermata la Moratti scenderebbero a nove. Il terzo polo, novità delle amministrative, potrebbe intanto guadagnare 4 seggi, mentre Sel esprimere tra i 4 e i 2 consiglieri.
 
L’arrivo di una deroga per i grandi comuni italiani arriva, per Milano, al momento giusto. Era già stata ipotizzata l’anno scorso, con l’approvazione della manovra 2010, ma oggi probabilmente, con il rinnovo di molti consigli comunali, l’esigenza si è fatta sentire con più urgenza.
 
Se i seggi fossero infatti passati da 60 a 48, la cura dimagrante per i grandi partiti sarebbe stata ancora più drastica. Il Pd avrebbe avuto tra i 7 e i 14 consiglieri; il Pdl tra gli 8 e i 17. La Lega, invece, sarebbe stato sempre il partito più valorizzato, con un minimo di 5 consiglieri e un massimo di nove.
 
La legge elettorale comunale prevede che per il vincitore scatti un premio di maggioranza, con 36 seggi complessivi. Il resto spetta all’opposizione. All’interno del proprio raggruppamento, le liste si ripartiscono poi, proporzionalmente ai voti, i posti. Per i candidati sindaci che rimarranno all’opposizione è assicurato un seggio, che viene scalato dal partito che ottiene il quorum più "pieno", ovvero con minor livello di approssimazione.

© 2011 Il Sole 24 Ore Lombardia. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK