Allarme, l'intelligence al lavoro. Nella busta al premier le ceneri di una bolletta

Dalla Rassegna stampa

Controlli intensificati e intelligence sotto pressione per evitare che si verifichino altre esplosioni, proprio in questi giorni di elezioni. Mentre i primi accertamenti sulla polvere contenuta nella busta indirizzata a Silvio Berlusconi hanno escluso che si trattasse di antrace odi sostanza nociva: più banalmente sarebbe cenere di una bolletta incendiata dal folle che ha confezionato il tutto. Infatti il Cerna di Foggia, il Centro nazionale di riferimento per l’antrace del ministero della Salute, ha fornito ai carabinieri di Monza i primi risultati non ufficiali sulla sostanza inviata in una busta a Villa San Martino, ad Arcore, residenza del premier, e che l’altro giorno aveva fatto scattare la profilassi obbligatoria per 16 persone. Si tratta, ancora una volta, di una sostanza innocua per la salute, l’ennesimo atto inconsulto di uno squilibrato, rintracciato poche ore dopo dalle forze dell’ordine.
Nella busta potrebbe aver messo, come egli stesso aveva dichiarato, solo i residui di una pagina di giornale bruciato o di una bolletta. Intanto l’addetto delle Poste di piazzale Lugano, rimasto ferito dall’esplosione del plico bomba indirizzato alla Lega Nord di via Bellerio, continua a rivivere il momento dello scoppio e riesce a fatica a fare qualche passo. Pietro De Simone, 56 anni, napoletano, era stato dimesso dopo qualche ora dall’ospedale Policlinico, visto che le sue condizioni non erano gravi. Gli è rimasto però il senso di vertigine e mal di testa e ha passato una notte senza chiudere occhio.
Dalla Lega gli è arrivata una telefonata di solidarietà e un dirigente delle Poste gli ha fatto visita a casa. Le indagini sulla busta scoppiata sono serrate, nella speranza di poter arrivare al gruppo anarchico che ne ha rivendicato la paternità. I detective della Digos cercano di recuperare la scritta del timbro, parzialmente danneggiato dalle fiamme, per stabilire con esattezza da dove è stata spedita.
Si tenta anche di stabilire con esattezza il contenuto del plico: esplosivo o polvere pirica. Quest’ultima ipotesi appare la più probabile, vista anche la lieve deflagrazione che ha ferito in modo non grave l’addetto allo smistamento della corrispondenza in arrivo. Ma si devono accertare anche le analogie con gli attentati precedenti, rivendicati dalla stessa sigla del Fai, la federazione anarchica informale.
«Temo - ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, interpellato all’uscita dal seggio che non sia un episodio isolato, anche se non penso si tratti di una mini strategia della tensione». E ha invitato le forze politiche ad abbassare i toni.

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