Allarme indecisi. Il Pdl rischia in tre regioni

Il Cavaliere, con il "decreto salva liste", ha provato a metterci una pezza. Ma per la maggioranza la partita delle Regionali è ancora tutta da giocare. Di più: ora, soprattutto alla luce della nuova esclusione del Popolo della Libertà nel Lazio, è in salita. All'orizzonte, tra l'altro, si profila il rischio dell'astensionismo, che potrebbe penalizzare il centrodestra nelle Regioni in bilico. Colpa degli indecisi, che anziché diminuire all'approssimarsi della data del voto, aumentano. Nel Lazio, ad esempio, sono cresciuti dell'1,6% rispetto a due settimane fa. E adesso, con la bocciatura del Tar, c'è da fronteggiare l'estromissione bis del PdL dalla scheda elettorale.
Il campanello d'allarme, rispetto alle ottimistiche previsioni dell'autunno, era già suonato. Adesso, sulla scia delle liste contestate, la preoccupazione di Silvio Berlusconi è cresciuta. Il timore, confortato dai numeri, è che le polemiche degli ultimi giorni rafforzino il vento dell'antipolitica. Soprattutto nelle Regioni al centro della battaglia legale. Nel Lazio una rilevazione di Crespi ricerche dello scorso 3 marzo assegna a Renata Polverini il 38%, con un calo di due punti rispetto al 23 febbraio.
Risultato: Emma stabile al 39%, è balzata in testa. Con gli indecisi, pari al 18,6% una decina di giorni fa, arrivati al 20,2%.
Figurarsi cosa potrebbe accadere, nei prossimi sondaggi, sull'onda della pronuncia dei giudici amministrativi della Capitale. «C'è poco da fare, senza la lista del PdL nel Lazio rischia di non esserci match», si lascia sfuggire in serata un fedelissimo berlusconiano dopo aver appreso
della sentenza del Tar.
ELETTORI DISORIENTATI
«Le vicende confusionarie relative alle liste possono determinare un incremento dell'astensione», lancia l'allarme Alessandro Amadori, direttore di Coesis Research. «Nella testa degli elettori», spiega, «c'è la convinzione che il pasticcio sia figlio degli errori del centrodestra. E questo potrebbe avere un peso al momento del voto». Un guaio, in una gara serrata come questa. «Non dimentichiamoci che il 10% degli elettori decide la propria preferenza il giorno del voto, mentre il 5% scioglie la riserva solo davanti alla scheda. Per questo dico che saranno decisivi gli ultimi giorni della campagna elettorale».
D'accordo Renato Mannheimer, che sul quotidiano online "Affari italiani" mette in guardia il centrodestra: «Registriamo una certa disaffezione della gente nei confronti della politica per tutto quello che è accaduto negli ultimi giorni. Complessivamente, ritengo che si possa verificare un aumento dell'astensione, in particolare tra gli elettori del centrodestra». Fenomeno che fa il paio, sempre nelle analisi del numero uno di Ispo, con il calo della popolarità del governo, passata da più del 50% di dicembre, dopo l'aggressione contro Berlusconi aMilano, all'attuale 39% per effetto del "caos liste".
A via dell'Umiltà, quartier generale del PdL, l'attenzione si è ormai concentrata sulle Regioni ancora incerte. Il Lazio, come testimonia anche il sondaggio diffuso da Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, che vede Bonino avanti 49,2% contro 48,5%, resta una delle gare più incerte. Nei prossimi giorni, però, bisognerà fare i conti con la nuova bufera giudiziaria che ha investito il PdL, che rischia di sottrarre ulteriori consensi a Polverini, vista all'inseguimento anche da SpinCon (1,8%).
Anche la Campania, che pure pareva già in cassaforte, non è ancora al sicuro. Si passa dai sei punti di vantaggio per Stefano Caldoro (PdL) accreditati da Crespi ricerche, ai 2,4 di SpinCon (49,5% per il candidato del centrodestra, 47,1% per Vincenzo De Luca del Pd). Con l'incognita, per Crespi, del 27,1% degli indecisi tra gli elettori. A via dell'Umiltà, tuttavia, si dicono pressoché certi della vittoria. Come in Calabria, Veneto e Lombardia. Viaggiano verso il centrosinistra, invece, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Basilicata.
LA CARTA DEL CAVALIERE
Detto di Lazio e Campania, sul tappeto sono ufficialmente classificate come incerte anche Piemonte, Liguria e Puglia. In Piemonte Roberto Cota, capogruppo della Lega a Montecitorio, resta dietro, seppur di poco, a Mercedes Bresso, governatore uscente. Sia per Euromedia Research che per SpinCon, infatti, il distacco è dell'l,l%. Differenza che nel PdL, come conferma il piemontese Osvaldo Napoli, uno dei vicecapogruppo a Montecitorio, confidano di recuperare:
«Ce la giocheremo fino all'ultimo».
Più difficile, almeno sulla carta, la rimonta di Sandro Biasotti in Liguria, il cui distacco da Claudio Burlando, presidente uscente, oscilla dal 2,3 al 2,8% a seconda dell'istituto di ricerca. E forti dubbi, nel PdL, ci sono per l'esito della partita in Puglia, dove pure Rocco Palese, il candidato della maggioranza, nonostante la concorrenza di Adriana Poli Bortone, lìex sindaco
di Lecce appoggiato dall'Udc, resta vicino a Nichi Vendola, governatore uscente. Per Euromedia Research, infatti, i punti di distacco tra i due sono 2,4. Più alto, invece, il margine a favore di Vendola per SpinCon.
A favore della maggioranza può giocare, a tre settimane dal voto, il maggiore impegno di Berlusconi in campagna elettorale. «Il presidente del consiglio può galvanizzare l'elettorato del PdL e produrre un effetto tonificante sulla propria base. L'esperienza ci insegna a non dare nulla per scontato», mette le mani avanti Amadori.
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