Alla conquista dei tanti elettori indecisi

Lo sbocco delle elezioni anticipate spinge le forze politiche ad organizzarsi. Umberto Bossi sembra già in campagna elettorale, qualcuno scalpita, altri frenano. Si ritorna a parlare, in questi giorni, della prospettiva di ricomporre tra loro le varie anime politiche che aderiscono al Partito popolare europeo o che si riconoscono nel Ppe. Questo progetto avrebbe l'ambizione, tra l'altro, ma non soltanto, di far riavvicinare il leader dell'Unione di centro, Pierferdinando Casini, al centrodestra. Del resto, in Europa, il Ppe si colloca a destra e funge da alternativa alla sinistra guidata dal Pse.
Il gruppo di Casini, infatti, appartiene alla famiglia politica dei "popolari europei", quindi la separazione dal centrodestra non può trasformarsi in un definitivo divorzio e, anzi, potrebbe condurre ad una riconciliazione con quella parte politica, anche se non ancora ad una ritrovata unità di intenti e di programmi. Dall'altra parte, di conseguenza, sempre restando in casa nostra, c'è chi starebbe tentando di ricucire la sinistra proprio secondo la prospettiva di un Partito Democratico aderente al Pse e alleato con le forze di sinistra, magari con l'auspicio di agganciare al proprio treno anche il Terzo Polo. E così, l'incontro di Vasto tra Bersani, Vendola e Di Pietro sembrerebbe andare proprio in tale direzione.
Ma in questo quadro, non so quanto attuabile, manca vistosamente qualcosa. A parte il fatto che la partitocrazia è un potere fine a se stesso e trasversale agli schieramenti in campo; dunque, senza la Riforma delle istituzioni e della legge elettorale, senza la Riforma liberale della giustizia e dell'economia, non vi sarebbe all'orizzonte niente di nuovo, ma soltanto il proseguimento dei vecchi sistemi partitocratici; inoltre, c'è da aggiungere che, per conquistare una democrazia liberale al posto dell'attuale "democrazia reale", è necessario costruire un campo in cui sia possibile adottare e far vivere il metodo liberal-democratico.
Ma questo campo ancora non c'è, manca o non è visibile. Certo è che si vanno ad ingrossare le fila degli elettori delusi, indecisi o astenuti. Si tratta di un terreno rappresentato dal quaranta per cento degli elettori. È il partito che raccoglie maggiori consensi. Benedetto Croce sosteneva che i liberali dovessero stare al centro dell'emiciclo parlamentare perché quella era la loro corretta collocazione. E non lo diceva perché avesse ambizioni "centriste" e neppure per la pretesa di voler ubicare la politica liberale secondo logiche topografiche né, tantomeno, perché fosse convinto che ad un soggetto politico liberale dovesse corrispondere una precisa posizione precostituita, quanto piuttosto perché riteneva che la libertà possa essere garantita soltanto se essa si pone al di là di destra o sinistra, in modo da esplicarsi, di volta in volta, nei conservatori o nei progressisti, a seconda che la libertà abbia bisogno di essere difesa o conquistata. È un po' quello che hanno sempre fatto i Radicali di Marco Pannella ponendosi al centro di tutte le battaglie di libertà e ritenendosi, allo stesso tempo, eredi sia della destra storica che della sinistra liberale.
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