Alla Camera un voto per conti rigorosi

Dalla Rassegna stampa

Quel rigore che almeno negli ultimi tempi è mancato in diversi atteggiamenti di alcuni deputati, la Camera prova a darselo nei conti. Il bilancio di previsione per il 2011 fotografa una situazione di crescita zero: dotazioni uguali a quelle degli ultimi due esercizi (992,8 milioni) e spesa che aumenta di un modesto 0,87%, poco più della metà del tasso di inflazione programmato. In realtà, quando a fine di quest’anno si tireranno le somme, ci si accorgerà che anche i costi di funzionamento di Montecitorio avranno il segno meno, conseguenza dei tagli (60 milioni nel prossimo triennio) voluti dalla manovra della scorsa estate e che colpiranno gli stipendi di parlamentari e dipendenti, nonché alcune spese, tra cui quelle della carta e delle utenze. Soldi che la Camera dovrà restituire al bilancio statale. A Montecitorio, insomma, hanno fatto di conto adeguandosi al senso di responsabilità tanto invocato in questi anni difficili. Ma non perdendo di vista il fatto che alcuni costi non si possono comprimere senza evitare ripercussioni sul funzionamento della democrazia. L’equilibrio - assicurano i contabili - anche per il 2011 è stato trovato. C’è solo da chiedersi perché questo sforzo non sia stato tentato in anni più lontani.

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